Assalto alla scienza

Come occuparsi di giornalismo scientifico senza cedere alla tentazione del sensazionalismo? Come evitare di fare da cassa di risonanza, con i propri articoli, alle cosiddette bufale? Lo hanno spiegato – durante "Assalto alla scienza", panel moderato da Guido Romeo di WiredAlison Abbott di Nature, Silvia Rosa Brusin del tg scientifico di Rai 3 Leonardo e Dario Bressanini, collaboratore de Le Scienze e chimico.

Come fare del buon giornalismo scientifico, informato e per nulla credulone, quindi? Una delle soluzioni migliori sarebbe far scrivere di scienza giornalisti esperti in questo settore. L'altra sarebbe fare quello che ogni giornalista dovrebbe fare: verificare le fonti, non credere a tutto quello che viene detto e, soprattutto, non ingigantire le notizie, non preferire il sensazionalismo alla verità.

Silvia Rosa Brusin ricorda il periodo della paura per l'influenza H1N1. Quando c'era una semplice "allerta" per il virus, sui giornali si parlava di "allarme", per poi arrivare fino al catastrofico titolo: «H1N1: è pandemia».

«I giornali – dice la Brusin – hanno sempre meno giornalisti specializzati e, sempre più spesso, i temi di largo consumo come questo vengono trattati da colleghi, sì, bravissimi, ma non esperti dell'argomento». Mentre invece sono notizie che andrebbero maneggiate con cura. «Un collega specializzato – continua – non avrebbe mai utilizzato il termine "pandemia", perché si sarebbe immaginato che la pandemia, poi, sarebbe stata quella di notizie».

Dario Bressanini, invece, porta altri due esempi: la fragola-pesce e gli OGM sterili. La fragola pesce è una falsa notizia che racconta la creazione di una fragola impermeabile al freddo, creata innestando nel frutto un gene prelevato da un pesce artico. Secondo la bufala molte persone allergiche al pesce sarebbero morte dopo avere mangiato fragole. Gli OGM, invece, non sono per niente sterili, spiega Bressanini, perché «se no non ci sarebbe il problema della contaminazione delle coltivazioni». Per smontare questi e altri miti ha pure scritto un libro di trecento pagine, "Pane e bugie". Ma, come scrive lui nell'epilogo: «avrei potuto continuare a scrivere altre trecento pagine».

Cosa bisogna fare per non cadere nella trappola delle bufale, quindi? Bisogna, per dirlo con le parole di Silvia Rosa Brusin, «riportare tutte le fonti controllabili e domandare, domandare, domandare». Come, del resto, dovrebbe fare un giornalista.

Sara Ligutti