Com’è cambiata la diffusione delle news

Una delle priorità del festival è quella di fornire al suo pubblico la possibilità di riflettere sulla rivoluzione che coinvolge il giornalismo. Il focus del panel che si è tenuto nel Centro Servizi G. Alessi, alle 16.30, ha fornito in particolare gli strumenti per comprendere quello che sta accadendo alla distribuzione e alla fruizione delle news. L’incontro è stato presentato e mediato da Garrett Goodman del progetto Wochit. Al tavolo con lui c’erano Cecile Dehesdin direttrice di Buzzfeed France, Adriano Farano, cofondatore e Ceo di Watchup, Luca Forlin di Google e Renée Kaplan di The Financial Times.
Queste ospiti hanno potuto dialogare sul tema perché rappresentano le figure che stanno lavorando per adattare la distribuzione dell’informazione al panorama delle nuove piattaforme di contenuti digitali. Oggi le news raggiungono direttamente le persone attraverso pluripiattaforme, social network, media company. Un esperimento che ingloba tutto questo è BuzzFeed nato in inglese ma adesso ha raggiunto paesi come il Canada, la Francia, il Messico, il Giappone. Ne ha parlato la direttrice del sito francese che ha spiegato come importante per le notizie e la loro distribuzione sia l’adattamento non solo della lingua, ma dell’informazione alla cultura del destinatario; “si pensa a livello locale e globale nello stesso momento”. La viralità di BuzzFeed è un’esperienza di successo, ma non contemplata da editori come il Financial Times, che punta invece alla fidelizzazione dei clienti e agli abbonamenti, incrementando il valore del prodotto attraverso una sempre maggiore aderenza dei contenuti alla richiesta degli utenti.
La nozione di valore è importante anche per Google e per Watchup, che sono, invece, degli aggregatori di contenuti. È importante dal loro punto di vista considerare il mezzo. Oggi l’80 % del traffico delle news proviene dai cellulari, diventato un riferimento. La fruizione sul mobile implica una selezione delle notizie. Le persone si stanno abituando alla rassegna stampa gestita dalle piattaforme. La questione è capire quanto profonda sia questa fruizione. Ecco perché i grandi editori devono accogliere la sfida di adattare il format dei loro contenuti alla dimensione smart e istantanea, senza compromettere l’originalità e la qualità del proprio marchio.

Maria Vittoria D'Onghia