Ore 14:00, Teatro della Sapienza
Il Teatro della Sapienza è stata la cornice di un incontro che ha affrontato l’ampia tematica su come oggi i giovani si informano cercando di porre soluzioni concrete e di rispondere, anche con dati quantitativi, al cambiamento di domanda d’informazione degli under 30. A moderare la conferenza il direttore di Piacere Magazine Matteo Grandi che ha tentato di indicare le questioni più rilevati del tema con la platea di ospiti accorsi: Anna Masera, capo ufficio stampa della Camera dei Deputati, Giampaolo Roidi, direttore del free press Metro, Andrea Scanzi de Il Fatto Quotidiano, Massimiliano Valeri del Censis e Alessio Viola, giornalista per Sky TG24.
L’incontro inizia con una veloce analisi condotta dal Censis nel 2013 per evidenziare in che modo è variata la scelta dei canali di informazione per i fruitori, dal 2001 al 2013; l’analisi mostra una quota maggioritaria di utenti per tutti i mezzi di comunicazione tradizionali e non, quali televisione, web mobile, radio, tranne per quelli cartacei, in primis quotidiani e libri. Il dato più alto che si è registrato riguarda il massiccio utilizzo di web Tv e mobile Tv, a seguito di una moltiplicazione e una maggiore integrazione dei media e alla nuova possibilità per gli utenti di costruire e gestire palinsesti personali. Ovviamente chi ha pagato per questo è stata la carta stampata, che resiste ancora solo per una fetta più agée di lettori. Un forte nomadismo e un precoce disincanto sono gli effetti che il Censis indica, quindi, come i principali fenomeni che derivano da questo cambiamento radicale: nomadismo causato dalla facilità con cui si passa da un mezzo ad un altro e disincanto dovuto alla mancanza di una vera e propria gerarchia prospettica tra questi diversi mezzi.
Sulla base di queste considerazioni, Anna Masera, da poco trasferitasi all’ufficio stampa di Montecitorio, ha affrontato il delicato legame tra esposizione mediatica e comunicazione politica. Certamente, come la Masera sottolinea, i due elementi viaggiano di pari passo, ma molto spesso il «postare su Facebook o il twittare» diventano strumenti indispensabili per proporre uno show e non tanto a fini politici o istituzionali, come è accaduto per la diretta tv Renzi-Grillo. Sulla base di una social Media Policy, però, da febbraio la Camera dei Deputati ha aperto un canale sul social Twitter con diverse sezioni che si propone di rendere accessibile a tutti le informazioni che riguardano le iniziative parlamentari.
L’arcaicità dei format cartacei è, secondo Giampaolo Roidi, il problema di base che spinge i giovani a rinnegare il quotidiano e a preferire altri tipi di informazione; la crisi dei giornali, che colpisce anche i free press, infatti, non è solo di tipo economico o pubblicitario, ma riguarda anche l’incapacità di rinnovarsi, non solo in stile o impaginazione ma soprattutto in linguaggio e in presentazione delle notizie.
Un esempio di format più congeniale e vicino al mondo giovanile viene da Sky TG24 che, come sottolinea il giornalista Alessio Viola, con molteplici finestre interattive aperte avvicina i giovani alla notizia, non più superficialmente, come può avvenire ad esempio quando si legge solo il titolo, ma in maniera intelligente.
Insomma, il rimanere fermi nel tempo, ad un tipo di quotidiano troppo grande e che ha pochi sprazzi di innovazione, potrebbe portare, dato la catastrofica situazione finanziaria dei giornali, alla loro totale sparizione. È una visione quasi apocalittica, certo, ma Scanzi non la esclude del tutto, anzi la compara alla storia del vinile.
Marilde Iannotta