Dall’idea alla storia: pianificare un racconto col data journalism

Data journalism: un nuovo modo di raccontare le storie

Data journalism: un giornalismo fatto di dati raccolti, analizzati e raccontati da qualcuno che sa spiegarli ai lettori.

Questo è emerso nel corso del panel "Dall'idea alla storia: pianificare un racconto col data journalism", tenuto da Steve Doig all'Hotel San Gallo e organizzato in collaborazione con l'European Journalism Centre e Open Knowledge Foundation.

Cercare i dati, soprattutto quelli più nascosti, è diventato sempre più difficile, ma mai come in questo periodo i dati sono così importanti per la professione giornalistica, per  leggere un mondo che vive sempre più di numeri e confronti con il passato  e  per capire cosa succederà nel prossimo futuro.

Non solo in economia, ma anche per i fatti di cronaca, di politica e per raccontare gli eventi sportivi, i dati sono ormai fondamentali. Si tratta di un vero e proprio lavoro di ricerca, per certi versi molto vicino a un modo di fare accademico: raccogliere i dati, organizzarli, individuare le eventuali variabili e raccontare ciò che di fondamentale emerge per la storia che si sta raccontando.

Un grande problema, ha concluso Steve Doig dell'Arizona State University, è rappresentato dalla raccolta dei numeri, perché per alcune storie non esistono archivi e soprattutto perché molti enti hanno tutto l'interesse per non divulgare alcune informazioni.

Un ultimo consiglio: il peggior nemico del data journalism è il formato pdf. "Evitatelo", ha esortato il professore della Cronkite School of Journalism.
--
Carlo Valentino