Corrado Formigli (Piazzapulita LA7) e Oscar Camps (fondatore e direttore Open Arms) fanno chiarezza su un tema attualmente molto caldo, tanto in Italia quanto in tutta Europa, quello sui traffici migratori nel mediterraneo. Oscar Camps, imprenditore catalano, ci racconta la sua esperienza diretta in quanto fondatore dell’ONG spagnola Open Arms, e di quanto negli anni si sia trovato sempre bloccato nelle operazioni di salvataggio dei migranti dalle guardie costiere nazionali. Si è approfondito il tema del “pool factor”, la grande accusa mossa di governi europei verso le ONG, accusate appunto di aver costituito un “corridoio” di navi sempre più vicino alle coste libiche proprio per caricare i migranti, dietro pagamento dei cosiddetti “scafisti”, che poi venivano portati nei porti europei. Camps accusa anche gli stessi mezzi di comunicazione per aver fatto, proprio di questo fattore, una cattiva informazione, dando per scontato che la Libia fosse un porto sicuro, anche se così non è (non è riconosciuta porto sicuro neanche dall’ONU), e non parlando abbastanza invece di “Push factor”, ovvero il fattore che porta lo stesso migrante a scegliere di intraprendere un viaggio tanto pericoloso come la traversata del mediterraneo, il più delle volte tra l’altro a bordo di mezzi di fortuna. Non si parla abbastanza infatti dell’inferno che, perlopiù le popolazioni centro africane, affrontano in Libia, dove vivono in una condizione di massima schiavitù in funzione della loro volontà di guadagnare il necessario per partire.
Attualmente, l’azione di queste navi ong è stata sospesa da quasi tutti i governi europei, fieri di aver quindi “bloccato” (numeri alla mano) la maggior parte dei traffici: il problema è che non ci sono dati sugli effettivi migranti che continuano a morire nel mediterraneo, nè di quelli che continuano a morire in Libia.
Benedetta Baldelli - volontaria press office IJF19