Donne in marcia per la pace

Una soluzione del conflitto fra Israele e Palestina sembra quasi possibile ascoltando le parole e i suoni di Yael Deckelbaum e Meera Eilabouni intervenute presso la Sala dei Notari.
La cantautrice israeliana e la musicista palestinese si sono raccontate in una lunga intervista curata da Barbara Serra, giornalista per Al Jazeera English. Si parte dal loro primo incontro avvenuto durante un evento del movimento Women Wage Peace: l’inizio di una profonda profonda amicizia dalla portata rivoluzionaria. È così che nascono Yael and the Mothers, progetto musicale che ha come obbiettivo quello di far capire al mondo come il ruolo delle donne sia fondamentale per cambiare il corso degli eventi. Infatti, come sottolinea Deckelbaum, sono proprio loro le prime a rendersi conto di come il sistema attuale sia profondamente sbagliato: «Cresciamo dei figli che poi perdiamo perché uccisi proprio a dal sistema»
Sta dunque alle donne il compito di creare un nuovo linguaggio, che vada oltre le idee politiche di destra e sinistra e che riesca a superare l’attuale crisi. Per il duo è opportuno sostituire la realtà patriarcale fatta di violenza, guerra e soprusi creato con una in cui le donne diventino parte attiva in modo da originare un mondo basato su compassione e cura. Aspetti tipici dell’essere femminile per il suo ruolo di portare la vita ricorda ancora Deckelnbaum.
Infine Eilabouni fa presente come nella questione palestinese sia urgente mettere pressione ai leader affinché si ritrovino intorno ad un tavolo coinvolgendo innanzitutto le donne.
Nel disegno di Yael Deckelbaum e Meera Eilabouni la realizzazione della pace sta nell’imparare ad accettare e amare le differenze dell’altro. Conclude Eilabouni: «È come due bambini che litigano perché vogliono la stessa bambola, non puoi spaccarla a metà perché altrimenti il giocattolo si romperebbe. L’unica soluzione possibile è insegnare a condividerlo»

Lucia Marinelli