Etica e deontologia giornalistiche per tutti

Etica e deontologia giornalistiche per tutti. Questa la presentazione tenutasi oggi, 7 aprile 2016, presso il Centro Servizi Alessi di Perugia, nell’ambito della decima edizione  del  Festival  Internazionale del Giornalismo.
Mario Tedeschini Lalli, vice responsabile innovazione e sviluppo del Gruppo Editoriale L’Espresso, ha presentato le ultime iniziative di Ona (Online news association) riguardo l’etica e la deontologia della pratica giornalistica.  In particolare ha illustrato cosa un giornalista deve fare per curare i contenuti generati dagli utenti prima di pubblicarli o distribuirli, secondo criteri che siano uguali o equivalenti a quelli utilizzati con i contenuti con altri mezzi. Cosa fare con foto o video prodotti da non professionisti? Verificare l’autenticità,  citare le fonti, valutare se si mettono a rischio gli autori, chiedere il consenso sono alcune delle questioni in campo per costruire una propria deontologia ed etica del lavoro.
Il professore ha quindi illustrato “Social Newsgathering Ethics Code”, spiegando che è necessario essere trasparenti con il pubblico circa il livello di verifica dell’Ugc (contenuti generali degli utenti), oltre a prendere in considerazione lo stato emotivo e la sicurezza di chi fornisce i contenuti.
“È importante – ha spiegato Tedeschini Lalli - prendere in considerazione le misure tecniche per assicurare l’anonimato alle fonti, quando richiesto. Bisogna ricercare quindi il consenso informato per l’uso di Ugc mediante comunicazione diretta con chi lo ha creato. È richiesta la trasparenza su utilizzo e distribuzione dei contenuti su altre piattaforme”.
Per il responsabile Italia di Ona bisogna “Riconoscere e indicare i proprietari dei contenuti, valutandone anche le potenziali conseguenze, comprese quelle sul loro benessere fisico, mentale e reputazione. È  doveroso sforzarsi perché i giornalisti siano adeguatamente informati e dotati di strumenti per affrontare i pericoli che si corrono entrando in contatto con le fonti attraverso le reti dei social  media e delle tracce digitali che si lasciano dietro”.

Catia Marcucci