"Ogni volta che si parla di Europa, ciò che viene detto o viene travisato o manipolato" così ha esordito Luigi Zingales, che insieme a Federico Furbini, giornalista di La Repubblica, ha analizzato il ruolo dell'Europa considerandone costi e benefici.
L'obiettivo dell'econimista dunque è quello di spiegare l'Europa e l'euro alla gente ponendosi in mezzo a due posizioni estremiste: l'anitieuropeista e la paneuropea. "Io mi limito ad analizzare la funzione dell'Europa considerandone i benefici e i costi. Di fatto" continua Zingales "l'idea iniziale è fantastica ma ci sono alcune criticità".
La crisi economica che attanaglia l'Italia, per esempio, è frutto di uno di questi malfunzionamenti a cui l'autore saprebbe porre rimedio con due strategie.
La prima, definita piano A, prevedrebbe mobilità lavorativa e di capitali. Il piano sarebbe quello di seguire le orme degli USA, dove, all'occorrenza, gli stati in difficoltà economica ricevono prestiti dagli altri membri.
Come scritto in precedenza, esisterebbe anche un piano B. Zingales, infatti, ipotizza anche una separazione consensuale adottabile nel qual caso il piano A fallisse.
Quasi totalmente diversa la posizione di Federico Fubini che, nel suo discorso, parla di enti ed organizzazioni di provenienza fascista che non riuscendo a portarsi al passo con i tempi, risultano quasi inutili. Per esempio, secondo il giornalista di La Repubblica, uno dei problemi alla base della crisi economica italiana è da ricercare nella creazione di contratti centralizzati che non rispondono alle esigenze delle singole imprese e dei lavoratori.
Al dibattito ha partecipato anche il pubblico dimostrando un caloroso interesse ponendo interrogativi agli speaker.
Giovanni Giaccio