Fare data journalism in Italia e nel Mediterraneo: dalla nicchia al mainstream”

“Fare datajournalism in Italia e nel mediterraneo: dalla nicchia al mainstream” è il titolo dell’appuntamento che ha visto riunirsi, presso la “Sala Raffaello” dell’Hotel Brufani, esperti, appassionati e semplici curiosi della tematica. A moderare l’appuntamento Guido Romeo di Wired Italia, che nel corso dell’evento ha invitato gli ospiti, tra cui figuravano la reporter multimediale Mar Cabra, Raffaele Mastronardo co-fondatore di effecinque.org, Elisabetta Tola di Formicablu e Pierluca Santoro della Stampa, a compiere le proprie riflessioni sul passato, il presente e il futuro del datajournalism.

Il primo intervento è toccato alla Tola, che ha sottolineato come in Italia, nell’ultimo anno in particolare, ci sia stato un maggiore riconoscimento del data journalism nell’ampio e variegato mondo della comunicazione. Merito, ciò, di uno spiccato lavoro formativo e di una maggiore condivisione degli strumenti che è stata messa in campo dagli stessi protagonisti del settore.

Dopo lo sguardo sul caso italiano è toccato a Mar Cabra allargare l’orizzonte territoriale della discussione. La reporter spagnola, quindi, si è soffermata sulla situazione della Spagna, paese in cui, da dicembre, entrerà in vigore una nuova normativa sull’accesso ai dati. Nonostante una norma ritenuta utile, ma comunque deficitaria su alcuni versanti, per la Cabra l’accento è da porre sulla rivoluzione culturale che deve investire i dipendenti delle amministrazioni ma anche i giornalisti, a cui spetta più che mai il compito di tirare fuori la realtà da dati che rischierebbero di dire tutto e niente.

Successivamente è stato il turno di Raffaele Mastronardo, il quale ha portato un contributo legato al mondo dell’impresa che si concentra sul lavoro quotidiano del datajournalism, mettendo in secondo piano il puro attivismo. Per il co-fondatore di effecinque.org nell’ultimo periodo è più facile vendere servizi. A testimonianza di un mercato in espansione, nonostante le difficoltà legate alla scarsa modernizzazione burocratica con cui spesso ci si scontra.

Ed è su quanto detto da Mastronardo che si innesta il contributo di Pier Luca Santoro, temporary social media editor de “La Stampa” che ha raccontato dell’esperienza di “La Stampa Accademy”, progetti reali e retribuiti di datajournalism.

Infine il consueto appuntamento con le domande del pubblico. Due le questioni poste sotto la lente di ingrandimento della platea: la distanza del datajournalism italiano da quello americano e il rapporto con la politica.

A rispondere è stata Elisabetta Tola, la quale ha evidenziato come i politici, in Italia, si interessino poco dei numeri evidenziati dalle inchieste, e di come questo rappresenti un elemento discordante rispetto all’esperienza americana dalla quale bisogna sicuramente imparare senza, però, farsi schiacciare dalla sudditanza.

Gennaro Buonavita