Free or pay. Come si informano i giovani oggi

Hotel Sangallo, 11.30

Quali saranno i lettori di domani? Nel primo giorno del Festival Internazionale del Giornalismo, all’Hotel San Gallo, si è tenuto il workshop “Free or pay. Come si informano i giovani d’oggi”. Monitorato da Matteo Grandi, direttore responsabile di Piacere Magazine, il primo free press mensile umbro, l’incontro ha avuto come argomento di discussione il rapporto sulla comunicazione realizzato dal Censis sulla fruibilità delle informazioni da parte dei giovani e le relative differenze con altre fasce d’età.
Massimiliano Valerii, responsabile per la comunicazione presso la Fondazione Censis, ha presentato al pubblico una serie di dati che sottolinea la velocità con cui la fruizione della comunicazione e il rapporto con i media siano cambiati negli ultimi 10 anni.
Solo tra il 2011 e il 2012, le quote di utenza hanno visto oscillazioni intorno al 10 per cento. In pratica, in soli dieci anni si sono perse più di un milione e mezzo di copie che hanno avuto come conseguenza una forte diminuzione delle entrate pubblicitarie. “La moltiplicazione e integrazione dei media - afferma Valerii - ha portato alla costruzione di palinsesti multimediali personali creati da chi usufruisce di canali digitali”.
Si è dunque passati ad un consumo di misura tra i vari media. “Basti pensare che oggi il 56% dei giovani si informa usando youtube. Inoltre, l’avanzare della tecnologia, allontana anche gli over 30. La differenza di utilizzo di internet, ad esempio, è abissale: si passa dal 90,8% dei giovani al 24,7% degli over 30”. Le differenze si fanno ancora più grandi andando ad analizzare i numeri di uso di Facebook, Youtube, smartphone e web tv, dove le percentuali degli adulti sono quasi trascurabili. Valerii conclude il suo intervento sottolineando come oggi siamo entrati in un’era “Biomediatica” dove la trascrizione virtuale e la condivisione telematica delle biografie personali sono diventati fattori centrali del modo di informarsi, e di come “Non abbiamo solo rotto il muro del palinsesto personale, ma anche quello della creazione della notizia, essendo tutti potenziali comunicatori”. Con una netta diminuzione di lettori - oggi il 43% dei giovani non ha mai letto e non legge più giornali, riviste o libri - nei giovani è, inoltre, saltata la gerarchia delle forme informative che facevano riferimento alla presenza professionale del giornale e giornalista.
I dati, infatti, ci dicono come non ci sia più differenza per gli under 30 tra un telegiornale, Google e Facebook per informarsi. Giampaolo Roidi, direttore responsabile del quotidiano gratuito Metro, commenta questi dati introducendo il concetto di Snack News: un' informazione non presa come fattore continuo ma in maniera spezzata in diverse forme e fonti. Sia Roidi che
Alvaro Moretti, direttore di Leggo, concordano nel definire internet come infedele per le free press che spinge questi giornali ad evolversi in “qualcosa a metà tra internet e carta stampata, ovvero, in Social Press”. Internet, inoltre, secondo Moretti, sta riuscendo a dare la reale possibilità di aggiungere l’aspetto della partecipazione alla free press: “questo cambia il ruolo del giornalista che, se fosse più maturo, darebbe grandissima importanza ai commenti ed ai trending topics, attraverso i quali può capire dove la gente guarda di più. Ciò non significa farsi fare il giornale dai lettori, ma avere un occhio più attento alle notizie mantenendo l’etica del giornalismo stampato”.
Il quotidiano stampato, quindi, sarà in futuro un “metabolizzatore” di notizie, aggiunge Roidi, configurando il giornale come un luogo dove poter dare un ordine a tutte le notizie lette durante la giornata. “Se le notizie sono riconoscibili e se si percepisce la linea editoriale, il lettore sceglierà quel giornale non per avere più notizie ma per avere una presentazione particolare di determinati argomenti”.
A concludere l’incontro, Stefano Ampollini, fondatore WU magazine, presenta la propria testata periodica free press di moda e design e di come questa tipologia di argomenti deve avere tempi immediati perché “se l’immagine di una scarpa viene pubblicata subito sul web, avrà maggiore lettura di un articolo pubblicato un mese dopo”.

Daniele Palumbo