ore 9:30, Hotel Sangallo
Un workshop centrato sull'equilibrio fondamentale tra giornalismo, attenzione ai diritti umani e attivismo. Un modo per riflettere sulle crisi dei flussi migratori e su come vengono raccontate dai media. Lina Srivastava, cofondatrice Regarding Humanity, lavora principalmente sul fenomeno della migrazione nell'America centrale, Messico in particolare. Ha descritto l'aumento delle vittime al confine tra Stati Uniti e Messico dovuto proprio alla chiusura del confine. Il problema é raccontare le storie di così tante persone attraverso i media. Srivastava é convita che bisogna utilizzare media diversi e lavorare non soltanto con i dati ma spiegare le storie anche in maniera soggettiva. Gli stessi racconti, ha detto, devono essere così potenti da convincere le istituzioni a prendere decisioni politiche consistenti ed efficienti. Consapevolezza, coinvolgimento, azione e cambiamento sono i quattro momenti fondamentali per raccontare certe storie. Srivastava ha detto anche che il quaranta percento dei corpi ritrovati in quella zona non sono identificabili, sono quelli che nessuno cerca. Attraverso i suoi progetti, dunque, cerca di fare un monitoraggio sulle condizioni di queste persone. Lei é convinta del fatto che nel tempo è mancata una narrativa personale che andasse a raccontare la quotidianità della vita dei migranti, dei loro viaggi, delle loro speranze. Soprattutto, ha affermato, é utile capire i fattori che determinano i flussi migratori. Il modo migliore per raccontare, quindi, è studiare il contesto e le persone cosi da poter eliminare la narrativa "tossica". Antonella Napolitano, direttore comunicazione Cild, lavora per questa organizzazione nata nel 2014 e si occupa di diritti umani e in particolare della crisi dei flussi migratori. Napolitano sostiene che il cambiamento nella narrativa intorno a questo tema debba partire dai dati. Prima non si prendevano in considerazione i numeri, parlando semplicemente di invasione. Bisogna capire , invece, i diversi motivi delle migrazioni. Questo lo scopo di 'Open Migration', una piattaforma che raccoglie dati sul fenomeno migratorio che sta interessando il Mediterraneo. Le informazioni, aggiornate quotidianamente, permettono di capire da dove provengono i migranti, dove vogliono andare e come i flussi cambiano a seconda della stagione. L'obiettivo del progetto é aiutare i media: una base di lavoro utile ai giornalisti per informarsi, ma anche un modo per fare "contro-narrativa" e per rendere disponibili strumenti per testate, ong, università e cittadini.
di Alessandro Bottone