Giovani e rappresentanza: la coppia che scoppia (2)

Panel acceso e animato quello tenutosi il 15 aprile alla Sala delle Colonne su giovani e rappresentanza. Vari gli ospiti d’eccezione: il ministro della gioventù, Giorgia Meloni; il portavoce del Forum Nazionale dei Giovani, Antonio De Napoli; il Segretario nazionale dei Giovani democratici, Fausto Raciti e Sergio Rizzo del Corriere della Sera. Questione giovanile, strumenti di rappresentanza delle giovani generazioni, partecipazione dei giovani alla vita politica del paese, riforme necessarie da realizzare: questi i temi susseguitisi durante l’incontro. Si parte subito con una domanda: A cosa serve un Ministero della Gioventù? Il Ruolo di un ministero della gioventù è certamente strategico. Il tema dei giovani non può essere confinato ad un Ministero. Si tratta di una questione affascinante e complessa, ha spiegato il Ministro. Non abbiamo solo un problema di peso specifico dei giovani in politica. In Italia si tende a spostare la gioventù sempre in avanti per evitare di affrontare il problema. Non è più una categoria anagrafica, ma sociologica. Rizzo incalza e sottolinea che non è vero che i giovani non ci sono, ma vengono  trattati come se non esistessero. I giovani non esistono perché non vengono responsabilizzati. Il Ministero della Gioventù dovrebbe essere trasversale. I dati sono allarmanti: l’Italia è il Paese che è cresciuto meno in Europa. I giovani ci sono, ma se ne vanno. Fausto Raciti sottolinea l’importanza di riattivare l’ascensore sociale. Secondo Antonio De Napoli, invece, la questione chiave è quella dell’impegno. L a parola politica crea distanza. C’è una parte del Paese che non va sui media. Prima ancora di parlare di istruzione, di lavoro, di diseguaglianze bisogna chiarire cosa vuol dire essere cittadino. Fondamentale è non piangersi addosso. La questione generazionale nasconde un problema più profondo. Il secondo appuntamento del panel è fissato per oggi alle h 14.30 presso il Centro Servizi Alessi.

Irene Macaione