Giovani Saviano crescono

I napoletani hanno preso possesso del Festival. Gli scugnizzi di fanpage.it corrono in lungo e in largo – manco la Bartolini – per trovare vips da intervistare nell'hangout, che tradotto dal dialetto napoletano significa diretta video. Sono usciti i nomi dei nuovi ministri e bisogna andare in onda.

“Uè, guagliù, ti andasse un'intervista?”, chiedono a Lou Harper Reed, il consulente di Obama.

“Ma che niente niente ci faresti l'hangout?”, domanda Gaia a Mauro Casciari de Le Iene, sempreverde del Festival.

Mi ferma Alessandro Gilioli, alias piovonorane.it: “Azzu, ti sei messo la giacca”, e ride. Vabbè. All'annuncio di Alfano vicepremier gli ospiti del Festival prendono d'assalto le ceste di Kit Kat e Baci Perugina, sponsor dell'evento, in cerca di un conforto calorico. Intanto, al Festival, si parla di inciucio tra napoletani e baresi.

Francesco Piccinini, direttore di Fanpage, gira per il Brufani a petto infuori, pollici nelle tasche. “Salve, sono Francesco Piccinini, direttore di Fanpage”, va dicendo in giro. I suoi dipendenti lo guardano con rispetto e devozione. Francesco Raiola, direttore di Agoravox – sito di informazione napoletano concorrente, un po' come se Fanpage fossero gli Oasis e Agoravox i Blur – cerca di imitarlo ma senza riuscirci. Ripiega per una selezione di hit del buon vecchio Gigi D'Alessio, di cui il nostro rimane grande fan.

Entro in sala stampa e Arianna Ciccone mi vede e ride: “Ragazzi, un applauso per Michele Azzu con la giacca!”, e parte l'applauso. Vabbè.

Nella folla che guarda la diretta si conversa. Luca Conti, famoso social media manager, lamenta: “@Annamasera mi ha battuto sul buzzflow degli eventi #ijf13”.

C'è Susan, giovane volontaria portoghese che vive in spagna. Racconta: “Bello questo festival ma non capisco, perché i giornalisti italiani si comportano come delle rockstar? Avrei voluto parlare con qualcuno ma non ce l'ho proprio fatta. Ma è vero che questo Travaglio se la tira un po'? Ho letto tutti i giornali italiani durante le elezioni, ma non ho capito granché. Chi è questo Grillo di cui parlano i giornali, dal giorno dopo le elezioni? In Italia è possibile candidare gli sconosciuti, è una cosa straordinaria”.

“Guarda mi hai fatto un quadro dell'Italia letta attraverso i giornali nostrani commovente, non so se ridere o piangere”, dico io.

“Poi ho visto che viene Saviano ma ho letto un libro sulla camorra che mi è piaciuto più di 'Gomorra', è 'Il Casalese', dei miei amici italiani me lo hanno spedito in Spagna”.

“Ma se lo dicevi prima, che Ciro Pellegrino stava qui, è appena andato via, è uno degli autori”.

“Davvero? Sono una sua grande fan”.

Alfano vicepremier. Letta Premier. Ciro Pellegrino ha le fun, Piccinini è direttore. Non esiste Festival lungo abbastanza per spiegare questo paese qui.

Esco fuori dal Brufani. Piove. I baresi che fanno i video cantano e ballano sotto la pioggia. Sono l'ultimo sardo rimasto qui a Perugia. Anche i friulani sono di più.

“Azzu, con la giacca sei un figo”, mi fa Piccinini tirandomi il braccio mentre passa a petto in fuori dall'ingresso. Torno in albergo a cambiarmi. Sarà un lungo, lungo Festival.

di Michele Azzu, Giacomo Cannelli