Apple, Facebook, Google ormai non sono più solo colossi della tecnologia bensì, già da tempo, le aziende della silicon valley hanno mosso passi da gigante nel mondo dell'editoria. Analizzare gli sviluppi di questo cambiamento epocale è stato l'oggetto del panel tenutosi oggi, 9 aprile, nella Sala del Dottorato. Ad intervenire Claudio Agosti (Tactical Technology Collective), Hossein Derakshan (giornalista freelance), Dan Gillmor (Walter Cronkite J-School), Jillian York (Electronic Frontier Foundation).
Ad aprire la conversazione è stato Agosti (Tactical Technology Collective) che ha fatto chiarezza sulla targettizzazione portata avanti da social network come Facebook, il quale, attraverso gli istant article, non solo riesce a controllare i dati inseriti sul portale di Zuckerberg bensì anche sulle piattaforme delle testate.
Derakhshan (giornalista freelance) ha descritto la rete e i social come uno strumento che rende gli users passivi, tanto quanto fa la tv. Secondo il giornalista, infatti, i social sarebbero proprio il futuro della televisione. Inoltre, i social network potrebbero diventare facilmente anche uno strumento di censura. A sintetizzare questo timore Jillian York secondo la quale sono gli standard generali delle comunità a garantire un diritto per gli utenti, mettendo a rischio però la liberta di pensiero.
Tra le soluzioni più inteessanti ai problemi causati dalla rete, ci sono le ipotesi di Dan Gillmor. Questi ha infatti dato un vademecum per i giornalisti affinché questi possano educare le comunità dei loro lettori, consentendo di evitare comportamenti rischiosi e invasive targetizzazioni.
Ad ogni modo, secondo Derakhshan, è necessario che i governi regolino le acquisizioni dei dati di Facebook o, almeno, esigano maggiore trasparenza in materia. Nel frattempo però ricorda Agosti è solo l'opinione pubblica, e quindi l'informazione, a poter sensibilizzare il pubblico sia riguardo il percolo che si incorre online che per quanto concerne la necessità di una normativa.
Giovanni Giaccio