I SOCIAL MEDIA E LA DEMOCRATIZZAZIONE DEI CONTENUTI

“Social media e democratizzazione dei contenuti” è stato il tema sul quale si è sviluppato il dibattito  nel corso del panel di questo pomeriggio nella Sala Raffaello dell'Hotel Brufani, con gli interventi di Dan Gillmor, della Walter Cronkite J-School, di Om Malik, fondatore di Gigaom, Jillian York, di Electronic Frontier Foundation, Amanda Zamora, di ProPublica, con moderazione di Marco Pratellesi, giornalista dell'Espresso.
Ora, qualche dato: nel 2007 venivano caricate sul web circa 5 milioni di fotografie ogni anno. Il 2013 ha visto caricate sul web 580 milioni di fotografie, con un incremento di circa il 10000%. Questo perché grazie ai social network, il giornalismo è diventato una realtà alla portata di tutti. Secondo Dan Gillmor per la democratizzazione dei contenuti si possono intraprendere tante strade, ma innanzitutto bisogna essere consapevoli del fatto che non si parla più di produzione di contenuti ma di accesso ai media. Oggigiorno basta un telefono cellulare per connettersi a internet e aprire una finestra sul mondo. Questa finestra può essere anche gestita, da dispositivo mobile, da un semplice cittadino. «Le persone ora vogliono partecipare alle notizie, diffuse ora tramite social network» ha detto Om Malik. Un esempio può essere la primavera araba, quando le notizie giungevano a noi tramite Twitter o altri social network. Centoquaranta caratteri per raccontare in brevi flash gli avvenimenti più importanti di una rivolta che ha fatto la storia. Una conferma arriva anche da Jillian York, blogger, che definisce utile la democratizzazione dei contenuti: «nella primavera araba molte persone twittavano notizie in diretta, di continuo. Io lavoro per la libera espressione del mondo arabo e ritengo che la democratizzazione dei contenuti sia un elemento di primaria importanza».

Valerio Lai