Quale il valore sociale ed economico dell’immigrazione? Un quesito a cui si è cercato risposta questa mattina a Perugia in occasione dell’incontro “I soldi parlano: i migranti contano”, in programma al Festival Internazionale del Giornalismo.
Al centro dell’attenzione, l’invio e la ricezione di denaro, visto dalla prospettiva di alcuni tra i più qualificati esperti del settore. A prendere parte alla tavola rotonda, moderata da Karima Moual, giornalista de La Stampa, Adolfo Brizzi, Direttore della Policy and Technical Advisory Division (PTA) dell’IFAD, Charito Basa, fondatrice del Filipino Women’s Council, e Leon Isaacs, Joint Executive presso la Developing Markets Associates.
Primo a prendere la parola è Adolfo Brizzi, secondo cui le rimesse rappresentano un fattore positivo, sia per i paesi emittenti, che per i destinatari. “Si è calcolato che un migrante manda a casa circa il 25% di quanto guadagna. Il resto - ha spiegato - rimane nel paese che lo accoglie. In Italia, questa quantità di denaro rappresenta l’8% del PIL nazionale. Per quanto riguarda i paesi che ricevono, in molti casi sono delle fonti di sostentamento consistenti. Nella media vanno a coprire tra il 10% e il 20% del PIL nazionale, come nel caso del Nepal. In alcuni casi, si arriva al 40%”.
Si attesta che le rimesse annuali dei migranti verso i loro paesi di origine siano state nel 2016 di oltre 500 miliardi di dollari. Un fenomeno dall’impatto economico importante che, tuttavia, nasconde molte insidie. Secondo Leon Isaacs, la criticità principale riguarda la possibilità che il denaro viaggi attraverso canali non ufficiali. Un'altra questione da risolvere, sono i costi delle transazioni: “Per 200 dollari inviati, si stima che l’incidenza sia del 7,45%. Una possibile soluzione è legata all’impiego di nuove tecnologie, come la telefonia mobile, in grado di abbattere i costi anche del 50%”.
Molto significativa anche la testimonianza portata da Charito Basa. Arrivata in Italia nel 1986, è diventata nel tempo un punto di riferimento per la comunità filippina a Roma. “Il denaro in arrivo - ha specificato - viene impiegato principalmente per beni di prima necessità e altre spese legate alla propria vita personale e familiare. Tra gli obiettivi della nostra associazione, mostrare ai filippini come impiegare questa risorsa per uno sviluppo più duraturo”.
Il panel si è chiuso con una riflessione molto interessante, e troppo spesso sottovalutata, legata all’importanza delle rimesse e di una loro gestione. La capacità di incidere sul fenomeno migratorio creando stabilità e quindi riducendone la portata.
Annalisa Masi