Palazzo Sorbello, mercoledì 6 aprile 2016
Si è svolto mercoledì 6 aprile alle ore 15, a Palazzo Sorbello, l’incontro riguardante il caso Giornale dell’Umbria. Al tavolo dei relatori erano presenti Andrea Giuli (CDR Giornale dell’Umbria), Andrea Luccioli (CDR Giornale dell’Umbria), Umberto Maiorca (CDR Giornale dell’Umbria), Cristiana Mapelli (collaboratrice Giornale dell’Umbria) e Noemi Campanella (giornalista e Consigliere nel Consiglio Direttivo dell'Associazione Stampa Umbra), per raccontare del Giornale dell’Umbria, realtà informativa locale chiusa da ormai qualche mese dopo anni di attività. Moderato da Andrea Luccioli, l’intervento ha fornito uno sguardo ai limiti e alle possibilità del giornalismo locale oggi.
Andrea Luccioli introduce l’argomento, presentando il caso Giornale dell’Umbria, voce giornalistica locale che è stata chiusa a gennaio 2016 dopo qualche mese di problematiche. Secondo il giornalista il caso Giornale dell’Umbria “è lo specchio di ciò che accade all’editoria locale”, dove situazioni simili si riscontrano anche in altre città.
Noemi Campanella descrive invece lo stato di salute dell’editoria umbra, dando sia buone sia cattive notizie. Partendo da una panoramica di quelle che sono le condizioni delle testate giornalistiche regionali, a regime di contratti di solidarietà o con dipendenti in cassa integrazione, fa un focus sulle sue cause: la crisi economica, il calo del mercato della pubblicità e il Jobs Act, che da una parte ha portato più flessibilità nel lavoro ma che dall’altra ha contribuito al precariato, in primis tra i giovani ma anche tra i dipendenti delle testate. Infine tocca il caso Giornale dell’Umbria, esempio, secondo la giornalista, significativo per l’Umbria, un fatto grave poiché compromette la pluralità delle informazioni e poiché, come giornale locale, rappresenta il territorio. Le buone notizie ci sono, il sindacato si è mosso per far arrivare una legge regionale per l’editoria, meno datata dell’ultima in vigore – che risale al 2000 e che non tratta l’online tra l’altro – affinché sia data a tutte le testate umbre la possibilità di usufruire dei fondi statali. Interviene a questo punto sempre Luccioli che a questo proposito dice che “quando c’è più bisogno di buona informazione, la buona informazione chiude”.
Andrea Giuli narra la storia del Giornale dell’Umbria: dalla sua creazione avvenuta negli anni 2000, dell’ultima generazione di giornalisti che vi si sono formati, fino alla mancata erogazione dei finanziamenti pubblici e alla chiusura avvenuta qualche mese fa. Luccioli commenta esprimendo, secondo lui, qual è un altro problema dell’editoria locale: “Prima di avere noi un risvolto mediatico da parte di altri giornali per il nostro caso abbiamo dovuto prima fare cose eclatanti. Noi avremmo fatto lo stesso”.
Umberto Maiorca continua elencando quali sono le ultime vicende giudiziarie del Giornale dell’Umbria e Cristiana Mapelli racconta, infine, la sua storia di collaboratrice al Giornale dell’Umbria, una storia simile a molti altri, facendo un appello all’ASU affinché si risolva questa situazione.
Noemi Campanella chiude l’intervento con una frase riassuntiva dell’intera discussione: ”L’informazione muore, non chiude, con queste premesse. E nessuno le sostituirà”.
Tanya De Marzi