Giornalista iraniano e blogger, Hossein Derakhshan è considerato il pioniere della rivoluzione del blog in Iran. Presso la Sala dei Notari, insieme a Carona Frediani (La stampa) Hossein ha ripercorso la sua attività, delineando i principali cambiamenti riscontrati nel mondo del web, dopo aver avviato nel 2001 il suo primo blog in lingua persiana e dopo essere stato in prigione per sei anni, a causa di un post scritto. Uscito di prigione ha constatato quanto internet fosse cambiato con l’avvento dei social, dello streaming e degli algoritmi e ha scritto il saggio “Il web che dobbiamo salvare”.
Da grande invenzione della storia il web si sta avviando, lentamente, al declino per vari motivi, tra cui la scomparsa di hyper-link sui principali social network: facebook, ad esempio limita il grande potenziale oggettivando i link. Con la perdita degli hyper-link si assiste ad un internet molto diverso rispetto a dieci anni fa: il nuovo internet non è diversificato, decentrato e aperto, come era una volta, ed è anche meno indicizzabile. Adesso internet è molto centralizzato, lineare e chiuso e guarda solo al suo interno: ecco che la perdita di diversità è sicuramente l’aspetto peggiore.
Come ha sottolineato Hossein Derakhshan, se ci guardiamo intorno vediamo dappertutto un predominio della popolarità e della novità come valore sociale. Tutto funziona in base a questi due valori: ciò che è popolare diventa importante ed ha una maggiore visibilità, per contro quello che non è popolare non ha visibilità. Questo è quello che sta succedendo ad internet determinando un cambiamento di paradigma: da quella che viene definita da Hossein "internet library", nata e sviluppata negli anni 90 fino al 2000, ad un "internet tv". Su Facebook, ad esempio tutto è personalizzato in base a ciò che indichiamo come nostro interesse e la possibilità di restare sopresi è davvero limitata.
Per Hossein viviamo in piccole bolle di ideologie di norme, preferenze e atteggiamenti: sopprimendo i punti di vista delle minoranze si determina la frammentarietà della società in cui viviamo. Gli hyper-link erano un ponte che consentiva alle “isole” di entrare in contatto tra di loro e Facebook si sta trasformando, sempre più, da piattaforma ad editore, in una piattaforma dove è la vista a prevalere sull’attenzione.
“Forse è venuto il momento di aspettarci che internet ci sorprenda e non che ci coccoli -conclude Hossein - Occorrono piattaforme che promuovano la diversità in un mondo che oggi appare così frammentato”.
Rossella Fallico