Il tabù del sesso- perché in Italia è impossibile parlare di sessualità e sentimenti a scuola

“Attenzione. In questo paese le donne vengono picchiate,” dovrebbe campeggiare sulla fiancata degli autobus. È la scritta che tutti dovrebbero leggere appena messo piede in Italia per stare all’erta quanto basta, secondo il giornalista di Presadiretta Riccardo Iacona.

Invece chiudiamo gli occhi di fronte all’evidenza che secondo l’Istat ogni tre morti violente una riguarda una donna uccisa per mano del proprio partner, che il sessimo è dappertutto ed è pericoloso.

Iacona ha incontrato Loredana Liperini un anno fa proprio al Festival del giornalismo e si sono confrontati sulla necessità di un’educazione sessuale e sentimentale obbligatoria.

Oggi, insieme a Michela Murcia, hanno parlato di questo e altro: delle bibliotecarie di Siniscola a cui i genitori dei bambini hanno chiesto di ritirare i libri “Piccolo blu” e “Piccolo giallo” considerati colpevoli di diffondere l’ideologia gender, del sindaco di Venezia che ha ordinato il ritiro degli stessi libri, di un ragazzino di dodici anni punito per aver portato con sé un preservativo in gita. E della solitudine delle famiglie, di genitori impauriti dal cambiamento, del disperato appello al concetto tutto inventato di “natura”.

Iacona, Liperini e Murcia hanno cercato di analizzare le ragioni dietro alla violenza, le costrizioni, il terrore che bambini maschi sognino di fare lavori da femmine e bambine femmine vogliano vestirsi di blu. Hanno guardato all’esempio riuscito di altri paesi: l’Olanda, la Germania, la Svezia. Non hanno incolpato la cultura cattolica per la sua influenza, in fondo semplice supplente all’assenteismo della politica, che dovrebbe essere l’unica e vera responsabile dell’educazione e della salute pubbliche.

Secondo Murcia, c’è una tendenza da parte delle madri e dei padri contemporanei a investire tutto sui loro bambini, che diventano così una sorta di spazio performativo.
Ma non è necessario imporsi e chiudere a doppia mandata le gabbie già esistenti. Se mai è necessario distruggerle e regalare ai propri figli il dono della libertà accompagnandolo con un’educazione all’amore.
“I vostri figli non sono figli vostri, voi siete l’arco e loro le frecce, abiteranno stanze che voi non potete immaginare nemmeno in sogno,” suggeriva Khalil Gibran nel suo “Il profeta” e ha ribadito Liperini.

In questo senso sono le scuole a rivestire un ruolo fondamentale e sono le scuole che non dovrebbero piegarsi mai alle improbabili pretese di genitori sempre più affannosi di rubare un ruolo che loro non è.

Emanuela Barbiroglio