ITalents

Un sito per connettere e promuovere i migliori talenti italiani, ovunque vivano nel mondo, a patto che abbiano meno di quarant'anni. Uno dei principali obiettivi? Riportare il paese «sui binari della meritocrazia, liberarci della gerontocrazia e permettere ai ragazzi di realizzarsi anche in patria»: si chiama ITalents (www.italents.org) e a presentarlo al Festival del Giornalismo sono venuti Roberto Bonzio, giornalista Reuters e fondatore Italiani di Frontiera, Alessandro Rosina, docente dell'Università Cattolica di Milano e presidente di iTalents, e Eleonora Voltolina, fondatrice di repubblicadeglistagisti.it e autrice dell'omonimo libro.

Perché creare un sito del genere? Perché, per dirla con uno slogan, «chi è dentro non si senta un talento sprecato e chi è fuori non si senta un talento esiliato», perché ogni anno sono migliaia i giovani italiani che se ne vanno (i ragazzi fra i venti e i quarant'anni che vivono all'estero sono attualmente un milione e mezzo) e perché, come se non bastasse, l'Italia è un paese che non riesce più ad attrarre i cervelli da fuori. E un paese che fallisce in questo è un paese che rischia di morire.

«L''Italia – dice Alessandro Rosina – è precipitata in un paradosso: ha le risorse, il capitale umano, ma non le valorizza. È il paese con meno giovani in Europa, ma è anche quello che dà meno spazio ai ragazzi. Investiamo in ricerca e sviluppo il 50% in meno rispetto alla media europea, settori in cui le nuove generazioni potrebbero facilmente inserirsi».

Il progetto contiene anche una sezione chiamata "Save the talent", finalizzata a mettere in contatto chi vuole fare un'esperienza all'estero con chi all'estero ci vive già e vuole fare da guida ed ospitare, per un certo periodo, i "neofiti".

L'invito dei membri dell'associazione, quindi, è quello di partecipare e mettere così a disposizione degli altri il proprio talento. Sia dall'Italia che dall'estero.

Sara Ligutti