Come sta cambiando il rapporto tra comunicazione e informazione? Di questo si è discusso nel panel “La comunicazione è una bella storia”, tenutosi oggi, sabato 9 aprile 2016, presso la Sala Raffaello, Grand Hotel Brufani Palace, Perugia, nell’ambito della decima edizione del Festival Internazionale del Giornalismo, in programma dal 6 al 10 aprile.
Andrea Vianello, giornalista, Marco Bardazzi, esecutive Vp comunicazione interna Eni, Giovanni Boccia Artieri, Università di Urbino, Barbara Sgarzi, giornalista e scrittrice, hanno dialogato sulla narrativa aziendale e il mondo dei media sulla scia della case study: “Eni Vs Report”.
Ma che cosa era successo nella puntata di Report “La trattativa” dedicata ad alcune operazioni messe in atto da Eni, andata in onda il 13 dicembre 2015? Il cane a sei zampe aveva replicato all’inchiesta di Rai3 con una strategia gestita in tempo reale su Twitter. Il colosso energetico ha così fornito la propria versione dei fatti sull’affaire nigeriano Opl245, chiedendo per il futuro interviste in diretta. Nella trattazione breve e intensa si sono snocciolati dati e fonti per arrivare a formulare l’ipotesi di una maxi tangente tra l’Italia e la Nigeria attraverso vari passaggi e faccendieri.
Nel corso dell’incontro di stamane, Marco Bardazzi, per Eni, afferma di non essersi presentato in trasmissione perché non è stato invitato in diretta ma Report, nella figura di Andrea Vianello, replica che le puntate sono registrate e le domande sono state correttamente inviate.
La migliore strategia di comunicazione di un’azienda, secondo Bardazzi, è essere convinta di quello che afferma. Ma chi controlla il controllore, cioè Report, dove le interviste, sempre secondo Bardazzi, durano pochi secondi? Eni ha pensato che non vi era la possibilità di fare comunicazione come avrebbero voluto quindi hanno agito così, via Twitter.
I relatori hanno quindi evidenziato la differenza tra comunicazione e giornalismo. Non esiste più la trasmissione di conoscenza ad un senso, ma il commento puntuale. La situazione è più complicata rispetto a ciò che avveniva tempo fa, quando la comunicazione era tenuta ad utilizzare i metodi del giornalismo, che oggi però deve essere distinto dalla comunicazione e da ciò che non è giornalismo.
Catia Marcucci