La conversazione coinvolge i giornalisti, ma non i giornali

l keynote di Matthew Ingram è stato sicuramente uno degli eventi che ha catalizzato il maggior interesse nel corso della giornata, come testimonia il picco di tweets durante il suo speech.

In particolare i cinque punti-chiave degli insegnamenti per gli "old media" da parte dei "new media" sono stati la miglior sintesi dell'evoluzione in corso nell'ecosistema dell'informazione.

Un meccanismo di interazione reciproca emerso prepotentemente in questa edizione del Festival del Giornalismo. Se, infatti, gli insegnamenti dei new media ai media tradizionali possono essere innumerevoli, questi ultimi possono a loro volta fornire un criterio più che mai indispensabile: la precisione, quell'"accuracy, accuracy, accuracy" raccomandata da Joseph Pulitzer.

Altro evento-chiave il panel sui modelli di business 2.0, focalizzato sulle attuali difficoltà dell'industria dell'informazione nel compensare il calo di ricavi dal cartaceo con le revenues del digitale. Marco Bardazzi, digital editor e caporedattore centrale a La Stampa, ha fornito il suo prezioso contributo sul tema in maniera tanto sintetica quanto efficace, identificando nella quinta delle famose cinque "W" ("Why") l'elemento differenziante di creazione di valore aggiunto.


Garrett Goodman, international business devolpment manager per WorldCrunch, ha introdotto il concetto, relativamente sconosciuto, del "reverse paywall", modalità di monetizzazione che, contrariamente al più noto e diffuso "metered paywall", introduce elementi di innovazione e di condivisione sociale come forma di "pagamento" da parte dei lettori.

I giornali non coinvolgono i lettori?

La mappa sotto riportata identifica e analizza le conversazioni in senso stretto (replies) tra le persone attraverso la piattaforma di microblogging. Fatto salvo l'inevitabile centralità dell'account ufficiale del Festival, è interessante notare come i media, gli account ufficiali dei diversi organi di informazione giochino un ruolo minore rispetto alle persone, ennesima evidenza della scarsa attitudine a partecipare alla conversazione da parte degli stessi, come emerso anche durante i numerosi panel dedicati al tema in questi giorni.

Giocano invece un ruolo significativo i singoli giornalisti, che anche su Twitter si confermano veri e propri protagonisti del flusso delle conversazioni. Un elemento che pare spostare l'attenzione dal valore del brand della testata al singolo professional.

Visita la piattaforma di live monitoring BuzzFlow per navigare la mappa

Si conferma il trend di crescita di tutti i parametri quantitativi analizzati grazie alla piattaforma creata appositamente da Buzzdetector. 2.724 persone hanno espresso la loro opinione o segnalato notizie di interesse relativamente al Festival del Giornalismo, generando complessivamente 9.543 tweets. In crescita anche il picco massimo di tweets al minuto, che è stato di 161 nella tarda mattinata durante il keynote di Matthew Ingram.

La Word Cloud dei termini più utilizzati su Twitter dai partecipanti evidenzia la stretta correlazione tra giornalismo e social media. Il giornalismo partecipativo, l'utilizzo degli open-data e il controverso rapporto tra industria dell'informazione e Google sono stati gli altri termini che hanno tenuto banco nel corso della giornata di ieri.

Analisi a cura di

Angelo Centini, data scientist per Buzzdetector

Aarti C. Thobhani, freelance journalist volontaria per il festival

Matteo Di Renzoni, freelance data journalist

Pier Luca Santoro, esperto di Comunicazione e Media

Gianandrea Facchini, CEO e fondatore di Buzzdetector

Alessandro Belotti, giornalista e volontario per il festival