L’industria dell’informazione fatica a trovare fonti e modelli di reddito sostenibili. Le redazioni e le più promettenti startup denunciano licenziamenti di massa. In questo clima, si muove il mondo dell’informazione e del giornalismo mondiale. Una luce in fondo al tunnel arriva dalle no-profit. Queste redazioni, al contrario delle altre, stanno crescendo in termini di influenza e impatto. Si affidano economicamente a fondazioni e singoli lettori che le sostengono. I miliardari stanno venendo in soccorso pompando denaro in operazioni travolgenti come LA Times e Time Magazine, seguendo il successo di Jeff Bezos e del Washington Post. Ma quali sono le insidie e i vantaggi che sollecitano donazioni da lettori, fondazioni e fondi di settore? Chi sono questi cavalieri in armature scintillanti che cercano di salvare il mondo del giornalismo che sta sprofondando nel baratro, a suon di denaro?Indira Lakshmanan del Pulitzer Center, Alan Rusbridger, ex Guardian e ora presidente di RISJ, Vivian Schiller dello Scott Trust e della Civil Foundation, e Craig Newmark, che ha donato milioni di dollari per sostenere una serie di testate giornalistiche, intervengono al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia per dare una risposta. “Lo scopo porre fine alla disinformazione – dice Craig Newmark - Per fare ciò obbiamo avere delle informazioni accurate e precise, dobbiamo lavorare con etica. L’etica può essere sostenuta con il denaro. Trasparenza sulle regole”. “Il giornalismo importante per il pubblico – dice Vivian Schiller - Noi giornalisti siamo un megafono per la difesa della democrazia. È questo il ruolo del giornalismo. I donatori che vogliono donano perché interessati a un determinato argomento. Sostengono progetti”.
Benedetta Baronti - volontaria press office IJF19