Sala Priori, Hotel Brufani – 11.30
Nell’ambito degli incontri Law & Order, il festival ha ospitato Alessandro Rodolfi, esperto di sicurezza informatica dell’Università di Milano, per parlare di privacy e protezione dei dati e delle fonti.
Rodolfi sceglie di introdurre la tematica servendosi di cinque esempi di whisterblowing tra i più noti, i quali permettono di considerare le maggiori operazioni di sicurezza e i passi falsi che invece hanno condotto alla diffusione di dati e metadati. Sono questi ultimi, definiti “l’informazione oltre l’informazione”, spesso più importanti del contenuto dei dati stessi, perché forniscono dettagli quali la geolocalizzazione, l’orario, il mittente e il mezzo.
Il primo caso presentato è quello di “McAfee Vice”, che ha portato all’arresto del produttore di antivirus, accusato dell’omicidio di un suo vicino, grazie alla foto scattata da due giornalisti di Vice, dalla quale è stato possibile reperire l’informazione circa il luogo dove McAfee si trovava. Il secondo è quello dell’arresto di El Chapo, facilitata dall’intervista che il narcotrafficante rilascia a Sean Penn: le precauzioni dell’attore (uso di telefoni usa e getta, abbandono dei dispositivi elettronici) sono insufficienti e l’intelligence riesce a risalire alla sua posizione riuscendo a debilitare i sistemi di sicurezza di BlackPhone e BBM. Per il caso Datagate, le maggiori considerazioni in fatto di privacy provengono dal film documentario “Citizen Four”, nel quale sono spiegate le operazioni che Snowden effettua per non lasciare tracce, assicurandosi l’irreperibilità. È un esempio in cui è la fonte stessa a imporre il livello di sicurezza.
Vatileaks, citato per l’inusuale assenza di tecnologie informatiche, ai quali si preferiscono pedinamenti, incontri e bendaggi, è seguito dall’ultimo esempio, quello di Panama Papers, di cui si sa ancora poco riguardo la fonte entrata in possesso di dati della Mossack Fonseca. A fronte di una mole di dati notevole, 14.000 clienti coinvolti, oltre un anno di lavoro, i 307 giornalisti hanno lavorato sui file con speciali misure di sicurezza, numerose password, forum specializzati per la comunicazione e il rispetto di un decalogo comportamentale.
La rassegna si conclude con la presentazione delle misure vigenti in fatto di protezione dei dati. La situazione, però, poco confortante, sembra confermare il trionfo della tecnocrazia, dal momento che, l’inefficacia della giurisdizione, è controbilanciata dall’efficienza delle misure tecnologiche che riescono con buon'esito a garantire la privacy.
Maria Vittoria D'Onghia