La vita è un viaggio (e I’Europa è casa nostra). Prove di messe in scena

Perugia, 3 maggio 2014 -"Lasciamo sempre qualcosa di noi quando ce ne andiamo da un posto". Comincia con questa citazione del romanzo Treno di notte per Lisbona di Pascal Mercier l'incontro con Beppe Severgnini, editorialista del Corriere della Sera, columnist del New York Times e scrittore, che in occasione del Festival Internazionale del Giornalismo 2014 presenta il suo ultimo libro La vita è un viaggio attraverso un allestimento quasi teatrale.

Ad accompagnare il giornalista sul palco Marta Isabella Rizi, attrice, e la musicista Elisabetta Spada, in arte Kiss & Drive. Due ragazze romane che Severgnini ha conosciuto per caso, in uno dei suoi innumerevoli viaggi. Entrambe vivono nel Regno Unito e accompagnano le parole del giornalista cremasco con letture di passi tratti da La vita è un viaggio e canzoni.

Viaggiare è una necessità per Beppe Severgnini, che si definisce "non frenetico, ma curioso". Dopo due settimane passate a casa, in quella Crema dove vive e in cui è nato, la voglia di andare prende il sopravvento e il giornalista si ritrova -per sua stessa ammissione- ad armeggiare con valigie, cappotti, pensieri. Ogni volta che torna da un viaggio, mentre lascia l'aeroporto, lancia un'occhiata al tabellone delle partenze e pensa già alla prossima destinazione. "Viaggiare è istruttivo" dice, "da giovani è utile, ma quando si è meno giovani addirittura essenziale. É un antiruggine per il cervello, a una certa età diventa necessario in abbondanza".

II ricordo va ai suoi viaggi giovanili, a quel 1979 a Berlino per il concerto dei Talking Heads, alla prima volta che ha sentito di essere adulto, quando vide la propria firma su un giornale e il proprio nome su un citofono, in Avenue de la Renaissance 6, Bruxelles, Belgio. A quei tempi non c'era ancora I'Erasmus, il progetto che dal 1987 permette agli universitari europei di studiare in altre nazioni del continente. "Quelli per l'Erasmus sono i soldi spesi meglio dalla Comunità, perche l'Europa investe e legifera per creare il mercato unico, lo scambio di beni e servizi, ma l'Erasmus crea la cosa più importante: i cittadini europei " dice Severgnini.

L'Unione Europea ha cambiato la nostra vita in meglio, di questo Beppe Severgnini è convinto. Porta ad esempio piccole e grandi cose: dal trattato di Schengen che ci fa circolare liberamente tra le frontiere, alla portabilità del numero di cellulare, alle normative sulle emissioni inquinanti delle auto. Ma l’Europa, oggi, è diventata un saccone da pugilato della politica, a cui ciascuno che passa da un pugno. Coloro che parlano di Europa con passione sono quelli che la denigrano: Nigel Farage in UK, Marine Le Pen in Francia, la Lega Nord e Beppe Grillo in Italia.

Per questo Severgnini invita i giovani a non dare tutto per scontato e a "non battersi, ma sbattersi per l'Europa". Non è rimasto molto tempo a I'Unione Europea e un esperimento collettivo troppo importante e riuscito per essere lasciato in mano ai suoi detrattori. Un dovere e privilegio che, in un certo senso, ricorda le storiche parole di John Fitzgerald Kennedy: "Non chiederti cosa il tuo Paese può fare per te, ma cosa tu puoi fare per il tuo Paese".

Secondo il giornalista del Corriere della Sera, il vero nemico dell'Europa non è la tempesta, ma la bonaccia. Severgnini definisce I'Unione una entità "fotovoltaica", che va avanti a forza di spaventi. L'Europa è nata per gestire paura e decadenza: dal primo shock, quello della Seconda Guerra Mondiale, alla crisi finanziaria del 2008, cui si è risposto con il progetto dell'unione bancaria. II prossimo, grande spavento che ci aspetta sono le elezioni europee del 25 maggio.

Andrea Fiorello