Le conseguenze della regolamentazione europea in campo tecnologico

A moderare il talk, Natalie Turvey, presidente e direttrice esecutiva della Canadian Journalism Foundation (CJF), che ha di recente svolto un sondaggio riguardo gli atteggiamenti verso i media sia in Canada che negli USA: il 91% di entrambe le popolazioni ritengono che proteggere una stampa libera dalle interferenze politiche sia essenziale per salvaguardare la democrazia.
Il panel, che assume la forma di un dibattito, si pone l’obiettivo di chiarire come poter mantenere un equilibrio in un nuovo regime normativo per il futuro della rete.
L’Europa sta guidando una campagna di regolamentazione di Internet e di protezione dei dati, influenzando gli altri paesi europei.
Jeff Jarvis, Professor of Journalism Innovation del Craig Newmark Graduate School of Journalism alla CUNY, ha sempre mostrato un atteggiamento critico nei confronti della regolamentazione sulla rete.
A contrattaccare, Paul Nemitz, consigliere capo della Direzione Generale Giustizia e Consumatori della Commissione Europea, che nel corso del precedente mandato ha fatto in modo che il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) venisse messo in atto sotto l’autorità della Commissione.
Il dibattito porta alla luce pro e contro del regolamento tecnico, e si apre con Nemitz, che si chiede se l’attuale sistema democratico fornisca le leggi necessarie per garantire la libertà.
Per far funzionare di nuovo la democrazia in Europa sono necessarie politiche globali per la stampa in Europa durante il prossimo mandato.
L’UE può essere un attore per la democrazia, attraverso la direttiva di protezione dei whistleblowers, e può ridurre le tasse per le start-up giornalistiche online.
Jarvis risponde che gran parte delle regolamentazioni approvate tra paesi europei e UE abbiano portato a delle conseguenze non intenzionali e contesta aspramente gli articoli 11 e 13.
La proposta di un tribunale nazionale di Internet è per Jarvis affascinante, perché sarebbe composto da un gruppo di giudici addestrati in materia e le piattaforme potrebbero negoziare nel corso del tempo le norme con la community di riferimento.
Nemitz sottolinea che le aziende dovrebbero essere obbligate a rimuovere contenuti illegali: devono capire la loro responsabilità verso la democrazia e il pubblico in generale e ciò significa che devono agire prima del governo o di un giudice.
Il dibattito continua intensamente, e prima di lasciare spazio agli interventi del pubblico, ci si chiede se il primato appartenga della democrazia, e quindi della legge, o alla tecnologia e al capitalismo.
È fondamentale capire da che parte stare, in vista delle prossime elezioni europee.

Giulia Andreani - volontaria press office IJF19