Le elezioni al tempo di internet: data journalism e social network per raccontare il voto

Perugia 3/5/2014

Sala del Dottorato

Speakers: Marco Bardazzi, La Stampa, Stefano Menichini, direttore Europa, Lorenzo Pregliasco, co-fondatore YouTrend, Simon Rogers, data editor Twitter
A cura di YouTrend

Com'è cambiato il modo di raccontare il voto? Il Festival del giornalismo affronta il tema del rapporto tra politica e social media, in particolare in periodi caldi come il pre ed il post elezioni. Ad inaugurare l'incontro è Marco Bardazzi che, come inviato negli Stati Uniti, ha raccontato le ultime tre elezioni presidenziali. Un range temporale che esemplifica come è cambiato il modo di fare campagna elettorale e di comunicare i risultati delle elezioni. Nel 2000, lo scontro tra Bush e Gore fu raccontato in maniera tradizionale, mentre nel 2004 il web iniziava a farsi largo nelle redazioni. "C'era una stanza per i blogger", ricorda Bardazzi. "Gruppi di ragazzi costantemente connessi, che si occupavano della campagna elettorale". Dal 2004 al 2008 c'è stata una rivoluzione nell'ambito della comunicazione per le elezioni: l'avvento dei social. Nel 2008 il team di Obama inizia ad usare i social in maniera "raffinata", i giornalisti considerano finalmente l'importanza dei dati. Bardazzi conclude lanciando un appello: "sfruttiamo i social e i dati che producono per raccontare le prossime elezioni europee".

Per Stefano Menichini, i dati sono l'unico risultato davvero democratico delle elezioni. "Eppure nella percezione, nell'utilizzo e nel racconto dei dati, non c'è nulla di oggettivo", sostiene Menichini, ribadendo che i dati spesso vengono ribaltati dalla politica. E a tal proposito, è emblematica la differenza tra la vittoria della sinistra nel 2006 e la vittoria della stessa nel 2013. In entrambe le occasioni, il centro sinistra ha vinto per una manciata di voti. Ma mentre Prodi riuscì a far filtrare il messaggio che la sinistra aveva vinto, non ha fatto lo stesso Bersani lo scorso anno. Un esempio di come i dati elettorali vengano diversamente interpretati e comunicati.

Un mezzo velocissimo per la diffusione dei dati elettorali è Twitter. Il social, raccontato da Simon Rogers, riesce a rendere disponibili i risultati sotto forma di mappe e infografiche diffuse in tutto il mondo. "Per analizzare accuratamente i dati", specifica Rogers, "è necessario che siano accessibili a tutti". Ma possono i social influenzare il risultato elettorale? Per ora sembra che domini ancora il potere mediatico della televisione.

Francesca Bianco