Si intitola “Le insidie digitali: come difendersi dalla manipolazione di foto e video” il workshop tenuto da Alfredo Macchi, Mediaset, oggi, sabato 14 aprile 2018, nell'ambito della XII edizione del Festival Internazionale del Giornalismo, a Perugia.
Oltre alle ben note fake news i social, e di conseguenza giornali e tv, sono sempre più invasi da valanghe di immagini false. Grazie alle tecnologie digitali manipolare video e foto è piuttosto semplice e alla portata di tutti. Un’importante parte del lavoro giornalistico deve quindi essere dedicata a verificare l’autenticità di riprese e fotografie amatoriali che fanno notizia: capire da dove arrivano, chi le ha realizzate e soprattutto quando, è fondamentale per impedire di confondere o ingannare l’opinione pubblica
Viene definita fake picture un’immagine (foto o video) falsa, usata per avvalorare una notizia o una tesi, a scopo di propaganda, disinformazione o semplice guadagno economico. Sono esempi di fake pictures: immagini false (costituite artificiosamente); immagini manipolate (digitalmente o meno); immagini vere (usate in un contesto falso).
Grazie all'avvento delle tecnologie di ripresa e montaggio, alla diffusione dei social media, alla contrapposizione tra analogico e digitale, tutti possono realizzare, modificare e diffondere foto e video. Risulta quindi difficile stabilire chi, quando e dove abbia realizzato le immagini e se sono state manipolate.
Per poter smascherare le fake foto è necessario capire chi ha scattato e dove la foto, mediante ricerca online e Google Image. Bisogna sapere quando è stata scattata e quando pubblicata, oltre a scoprire chi l’ha resa virtuale (donne, utenti, url). È importante osservare i dettagli dell'immagine: indumenti, scritte, luoghi, luce, posizione fotografo). In questo senso sono utili gli ingrandimenti per alterazioni digitali: pixel, luci, ombre.
Per poter smascherare i fake video, altra insidia presentata nel workshop, è necessario effettuare una ricerca sulla fonte (chi, quando, dove, come, perché); un’analisi del contesto, oltre alla verifica dei dettagli, esame luci ed ombre e software.
Si prospetta quindi un futuro colmo di insidie, grazie alle fakeapp e, quindi all'intelligenza artificiale. Si parla di programmi capaci di sintesi vocale in grado di fare dire qualsiasi cosa a chiunque, oltre ad un software di videografica per alternare video in modo non tracciabile.
È quindi indispensabile porsi domande, cercare, indagare, verificare, pensare con la propria testa, fonti di qualità. Ciò che ad oggi manca e ma che è necessario, sono figure professionali che si specializzino nel potere arrivare ad affermare se una foto o un video sono veri oppure falsi.
Catia Marcucci