Intercettazioni al servizio del giornalismo. Un argomento caro ad oltre 300 giovani, e meno giovani, che hanno riempito il Teatro del Pavone. Presenti i giornalisti Andrea Vianello, Gianni Barbacetto e Stefano Zurlo, l’avvocato Grazia Volo, il magistrato Alberto Cisterna e il segretario dell’Associazione Giornalisti Nazionale, Giancarlo Ghirra. Alla sbarra l’uso smodato delle intercettazioni dai mass media. L’intero incontro è andato avanti per assiomi giornalistici, citando più volte i casi “Calciopoli”, “Fiorani”, “Clinica Santa Rita” e “Ricucci”. Nettamente pesante i commenti dell’avvocato Volo (legale di Ricucci e Miccichè) che ha lanciato diverse frasi al vetriolo al giornalismo attuale. “I giornalisti non fanno più inchieste – ha affermato la Volo – limitandosi a fare il ruolo del passacarte di magistrati ed avvocati”. Naturalmente protagonista degli scontri è stato il cosiddetto “Caso Ruby”, utilizzato dall’avvocato Volo come “esempio negativo dell’uso delle intercettazioni”. “Soltanto lo 0,02% di intercettazioni sono scomode – ha affermato Barbacetto – e sono quelle che si occupano di Berlusconi, i suoi amici e qualche banchiere”. Per il resto l’incontro è servito per evidenziare le numerose vicende che hanno visti impegnati i mass media nella pubblicazione delle conversazioni.
Marco Bova