Le infiltrazioni economiche mafiose in Africa e le conseguenze che esse apportano a livello nazionale, sono state il centro di un panel discussion dal titolo "mafia:possedere l'Africa", tenutosi oggi, 17 aprile, presso il centro servizi Galeazzo Alessi. All'incontro hanno preso parte alcuni dei quasi quindici giornalisti che hanno realizzato un'inchiesta, di cui una parte è presente sul numero de L'espresso di questa settimana, che ha portato alle luce le profonde intese tra la mafia italiana e alcuni protettorati africani.
L'iniziativa è partita grazie al contributo di IRPI, di ANCIR e di Quattrogatti, che in collaborazione con diverse testate internazionali hanno lavorato per sette mesi in Sud Africa e in Kenya: ricerca investigativa, storytelling e raccolta di dati sono stati i tre campi di lavoro. Grazie ad un fondo ottenuto dal Gates Foundation e attraverso un metodo di lavoro scientifico, Cecilia Anesi e Stefano Gurciullo, intervenuti al panel, hanno presentato le diverse fasi del progetto, dalla visita ad alcune Procure italiane per la raccolta di dati alla ricostruzione delle diverse saghe familiari. Giulio Rubino di Irpi si è concentrato su due figure mafiose particolari, Vito Roberto Palazzuolo e Antonino Messicati Vitale, ricostruendone le attività criminali, dall'acquisto di diamanti grezzi al riciclaggio di capitali sporchi, e le amicizie con figure politiche locali. Grazie anche all'acquisizione di materiale secretato, come l'Operation Intrigue, sono riusciti a creare una mappa completa dei contatti e delle imprese che risalgono a nomi mafiosi e ad una completa digitalizzazione dei dati ottenuti. I successi e l'indagine completa saranno disponibili su Wired, Corriere.it e Mail&Guardian.
Marilde Iannotta