Meglio se taci: censure, ipocrisie e bugie sulla libertà di parola in Italia

"L'Italia è un Paese in cui la manifestazione della libertà di pensiero è disincentivata". Con queste parole Alessandro Gilioli, giornalista de L'Espresso, introduce 'Meglio se taci: censure, ipocrisie e bugie sulla libertà di parola in Italia', scritto con l'avvocato e docente Guido Scorza. Alla presentazione del libro, nella Sala Raffaello dell'Hotel Brufani, hanno preso parte anche Anna Masera, capo ufficio stampa della Camera dei Deputati, e Antonio Palmieri, deputato di Forza Italia.
Il libro ripercorre alcuni casi eclatanti di soppressione della libertà di pensiero, che secondo gli autori servono da deterrente nei confronti di chi, ad esempio, vuole aprire un blog. "È l'episodio estremo - ha detto Gilioli - che crea un meccanismo di paura". Per il giornalista le colpe non sono soltanto dei governi. "Il 73esimo posto nella classifica mondiale della libertà di stampa - ha affermato - è frutto anche della subcultura di noi giornalisti, perché molte volte tendiamo ad avere continuità con il potere politico e con quello economico".
Guido Scorza ha evidenziato che la libertà di scrivere la verità e quella di leggerla sono due pietre angolari di una democrazia. "La sicurezza - ha aggiunto - non fa rima con la restrizione della libertà di parola e d'informazione, come accade in Italia". Inoltre, Gilioli ha commentato che, ad esempio, "molto spesso il diritto all'oblio diventa violazione del diritto di cronaca".
Anche la libertà di espressione in rete è stata oggetto di dibattito. "Deve esserci - ha detto Guido Scorza - il diritto di accesso a un internet che sia neutrale e nessuna informazione deve essere rimossa dal web se non per ordine di un giudice". Il deputato Antonio Palmieri ha poi aggiunto che "c'è molto da lavorare in termini di vigilanza, perché in Italia esistono ancora norme arcaiche ed un atteggiamento d'ignoranza riguardo il digitale". A riguardo, Anna Masera ha invitato i presenti a partecipare, il prossimo 20 maggio, al convegno "L'Italia cambia, cambia il giornalismo?". "Dobbiamo continuare a batterci per fare i cani da guardia del potere", ha concluso.

Chiara Amato