Se si ha una buona idea, da semplice giornalista ci si può ritrovare a creare una delle start-up più interessante degli ultimi anni. Presentazione Storify: creare storie usando i social media, tenutosi questa mattina all’Hotel Sangallo, racconta la storia di Burt Herman, ex giornalista per The Associated Press con cui ha lavorato ed è stato inviato di guerra in Afghanistan, in Pakistan, nel post Tsunami in Indonesia, in Nord e Sud Korea realizzando tantissimi reportage e scrivendo le storie di questi paesi e dei loro problemi.
Ma nello stesso tempo, le cose cambiano con le nuove tecnologia: “Guardando su Twitter le foto dell’aereo precipitato sul fiume Hudson ho sentito che anche se avevo davanti una timeline, la storia sembrava discontinua e non lineare. Allora, insieme a sei altri miei colleghi, abbiamo avuto l’idea di creare qualcosa che potesse rendere tutti i nostri tweets e post su un determinato evento della nostra vita, una storia completa. Dall’inizio alla fine, con tutte le possibili interazioni e approfondimenti”.
Questo, infatti, è storify.com, una piattaforma web per creare storie partendo da tutti i nostri social media e aggiungendo i nostri tweets e post in un unico contenitore. Questo permette di non perdere più nessun messaggio all’interno di una discussione di nostro interesse e, si ha ora la possibilità, di arricchire le storie altrui con informazione aggiuntive. “Un ottimo metodo per il giornalista di avere verifiche e approfondimenti sull’articolo che si appresta ad scrivere”. Chi inizia a usare Storify effettivamente si sente aprire un nuovo mondo della condivisione online dato che i dati pubblicati da Twitter dicono che sul sito vengono tweetati circa un miliardo di tweets e su youtube ogni minuto vengono caricati 36 ore di video. Riuscire a condividere tutti questi dati tutti insieme spesso è una necessità. Sostiene Herman: “questa è la risposta a tutti coloro che del multitasking ne hanno bisogno vitale per poter aggiornare continuamente e arricchire di nuovi formati le proprie storie”.
La Amazing timeline oggi è la fonte di molti giornalisti, poiché le notizie arrivano prima da social network dove possiamo trovare davvero tutto quello che sono le “breaking news story”. La piattaforma web, vincitrice del Knight-Batten Awards nel 2011 ed eletto uno dei migliori 50 siti web per lo stesso anno, ha ricevuto moltissimi consensi per questa funzionalità e conta già tantissimi utenti e una richiesta continua di sviluppo delle possibilità di utilizzo. E’ stata lanciata da poco, infatti, l’app per i dispositivi Apple e in futuro si creeranno le app pure i sistemi Android e Blackberry. “Abbiamo bisogno prima di tutto di più forze perché ancora oggi lo staff è composto solo da sei membri, e ci sentiamo come ai primi giorni di scuola. Intanto però abbiamo creato tanti piccoli plug-in in grado di aiutare i nostri utenti che usano differenti browsers di poter inserire nella loro storyline tutto ciò che vedono su Facebook e su Twitter istantaneamente per poi scegliere le migliori da pubblicare nelle loro storie”.
In conclusione Herman rilancia al pubblico una riflessione sul potere non sempre assoluto che hanno i social network sui media, affermando che “il giornalismo deve essere vissuto come processo evolutivo e di arricchimento continuo, non solo scritto, sfruttando tutti i mezzi del web2.0 ma avendo sempre la competenza e la selezione delle notizie più utili e più vere. Per fare la nuova informazione non basta di certo un logaritmo".
Daniele Palumbo