I nuovi modelli italiani di giornalismo investigativo sono quelli che IRPI, acronimo per Investigative Reporting Project Italy, sperimenta da quasi due anni. Trovare una sostenibilità economica, far funzionare una struttura su base volontaria, dialogare e pubblicare le proprie inchieste sui media tradizionali, mantenere la propria indipendenza dalle testate e chiedere compensi dignitosi per il proprio lavoro sono le sfide che affrontiamo ogni giorno. Nonostante le numerose difficoltà, dalla presentazione di IRPI al festival dello scorso anno, tanti sono gli obiettivi che sono stati raggiunti: una menzione speciale all'interno del Premio Cei Seemo per alti meriti nel giornalismo investigativo 2013, il lancio della piattaforma IRPILEAKS per le segnalazioni anonime; una partnership con la principale rete dei centri di giornalismo investigativo dei Balcani, OCCRP; un’ampia inchiesta su una frode internazionale nel campo delle energie rinnovabili lanciata insieme ad ICIJ, il prestigioso consorzio internazionale dei giornalisti investigativi con sede a Washington; co-produzioni come per parte della puntata sulle sofisticazioni alimentari di Presa Diretta e nel progetto appena lanciato da vari media tedeschi Die Mafia in Deutschland; varie pubblicazioni (L’Espresso, Wired, Il Fatto Quotidiano, Famiglia Cristiana, Il Messaggero); fixing per i media stranieri. Il panel al festival del giornalismo di quest’anno è l'occasione per riflettere insieme sulla situazione dei media italiani grazie anche ai risultati emersi da un'indagine online di IRPI sul mondo del giornalismo.

Organizzato in collaborazione con IRPI - Investigative Reporting Project Italy