Dieci anni fa, quando Julian Assange creò WikiLeaks, pochissimi potevano immaginare la rivoluzione innescata dalla pubblicazione di documenti mai visti prima, come gli Afghan War Logs o i recentissimi file sulla sorveglianza dei leader mondiali da parte della Nsa. Quanto WikiLeaks sia disposta ad andare lontano nella protezione delle fonti è dimostrato dal caso Snowden: l'organizzazione di Julian Assange è arrivata a inviare una sua giornalista a Hong Kong per assistere Snowden nella sua ricerca di asilo politico. Come Edward Snowden stesso ha detto: «Tutti i media del mondo hanno cercato di mettere le mani su quella storia, ma c'è stata una sola organizzazione giornalistica che ha detto: 'vogliamo aiutare la fonte, vogliamo fare in modo che, non importa  quello che succederà, la fonte avrà qualcuno dalla sua parte'. E quell'organizzazione giornalistica è WikiLeaks». Come si possono proteggere le fonti di altissimo livello nell'era della sorveglianza di massa? Cosa possono imparare da WikiLeaks giornalisti e fonti? Cosa possono imparare dai casi di Chelsea Manning, Jeremy Hammond, Edward Snowden? E che succede quando i giornalisti non proteggono le proprie fonti? Infine: perché queste problematiche riguardano tutti, non solo i giornalisti?