Durante il panel si parlerà di come nelle discussioni sulle startup giornalistiche ci si concentri soprattutto sull'aspetto tecnologico, nonostante sia provato che temi come le relazioni strutturali di potere (genere, etnia, colonialismo) sono altrettanto o più importanti per capire l'impatto e i futuri sviluppi della "crisi" nel mondo del giornalismo. Si vedrà come le relazioni di potere sottostimate e l'esclusione di persone, relazioni, conoscenze trascurate, e visioni alternative del futuro hanno limitato le startup giornalistiche agli inizi del ventunesimo secolo. In particolare, crediamo che la narrativa basata su innovazione e tecnologia come unica salvezza per il giornalismo abbia sistematicamente escluso quei tipi di conoscenza che destabilizzano le relazioni di potere egemoniche, e che mettono in discussione identità professionali ed epistemologie stereotipate nel mondo del giornalismo.

Oltre a queste esclusioni, le tecnologie digitali sono state reificate fino al punto che il loro ruolo come forze modernizzanti del giornalismo è relativamente accettato, nonostante gli studi femministi, postcoloniali, scientifici e tecnologici suggeriscano il bisogno di un approccio molto più critico alla logica postcoloniale legittimata. Ma a chi spetta davvero plasmare il futuro del giornalismo?

 

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