Proteggere le fonti giornalistiche nell'era digitale, questo il nome dello studio (che verrà pubblicato dall'UNESCO nelle prossime setimane) che compara le normative di 121 paesi per la tutela delle fonti giornalistiche. Julie Posetti (Fairfax Media) ha moderato la Panel Discussion in cui si è dibattuto sulle implicazioni che la mancanza di sicurezza può avere sul giornalismo investgativo. A fare da relatori Dan Gillmor (Walter Cronkite J-School), Marcel Rosenbach (Der Spiegel). In collegamento Skype: Heather Brooke (giornalista e scrittrice).
Sono da poco passate le 18 quando il panel ha inizio con un'introduzione della giornalista australiana Julie Posetti che comincia citando casi in cui rivelando le fonti, queste, siano state esposte a rischi di ogni tipo. È questo lo scenario in cui si inserisce lo studio UNESCO che ha evidenziato la quasi totale assenza di una normativa per la difesa delle fonti. Il rischio è sotto gli occhi di tutti: il giornalismo investigativo potrebbe risultarne gravemente compromesso. inoltre considerato che al giorno d'oggi le redazioni non riescono ad affrontare i costi per la protezione delle fonti (come potenziamento hardware e software, formazione dei giornalisti).
Marcel Rosenbach (Der Spiegel) non ha parlato solo della necessità di utilizzare la crittografia. Il giornalista infatti ha ricordato anche l'importanza della formazione delle fonti che vanno educate ad autotutelarsi. Sul Der Spiegel, ha spiegato Rosenbach, abbiamo pubblicato una sorta di vademecum, al fine di evitare spiacevoli incidenti.
Online, la scrittrice Heather Brooke si è concentrata sull'evoluzione della tecnologia: ciò che era sicuro ieri non sarà necessariamente sicuro domani. È obbligatorio tenerne conto ed è fondamentale istruire anche i giovani colleghi. Le scuole di giornalismo, infatti, hanno il compito di avviare questo processo e contemporaneamente noi, professionisti dell'informazione, dobbiamo sensibilizzare il pubblico e la politica.
Della stessa opinione Dan Gillmor, della Walter Cronkite J-School, che ha invitato i giornalisti a fare gioco di squadra affinché i governi lavorino per la tutela di questo diritto. Solo con una adeguata pressione mediatica si può lottare la continua minaccia della censura, atto questo che eliminerebbe di fatto uno dei diritti più importanti.
Giovanni Giaccio