Sala Raffaello, ore 19:00
Andrea Marinelli è un giornalista freelance che nel 2009 decide di lasciare il suo lavoro redazionale, da giornalista impiegato, a New York, per provare l’avventura da cronista reporter lungo le strade degli Stati Uniti. Per due anni invia articoli alle grandi testate giornalistiche italiane, senza grandissimi riscontri, fino al 2011, quando decide di seguire le primarie americane: “Ho deciso di investire tutti i miei risparmi, pari a 800 dollari, per raggiungere l’Iowa e seguire il carrozzone delle primarie americane. Poi, però, i soldi sono finiti e ho capito che dovevo inventarmi dei metodi alternativi per continuare il mio viaggio. Inizio con il crowdsurfing, per azzerare i costi di alloggio, e con un bus raggiungo la South Carolina. Intanto dal mio blog inizio a raccontare le mie avventure e attraendo i lettori con un punto di vista differente, capisco che i miei post vengono seguiti e hanno successo”. Racconta così la sua storia Marinelli che, però, non avendo più fondi a disposizione è costretto a fermarsi; a quel punto la svolta: “Dopo aver annunciato, sul blog, la fine del mio reportage per mancanza di fondi, arrivano decine di mail con la richiesta di continuare. Così provo a chiedere un aiuto economico tramite il crowdfounding; con mia grande sorpresa, in sole 48 ore, raccolgo i 2000 euro che avevo chiesto per poter continuare il mio reportage, fino ad arrivare a 3700 euro”. Poi lo scoop: “Arrivo a Denver, per seguire il candidato Santorum, e raggiungo il luogo del comizio. Conosco un seguace del candidato, tra l’altro italo-americano, che riesce a farmi incontrare Santorum. In Italia si era appena dimesso Berlusconi; a quel punto lo intervisto e gli chiedo se con l’avvento di Monti sarebbe cambiato qualcosa, lui mi risponde che più o meno Monti e Berlusconi erano la stessa cosa. Mando il pezzo a Libero che ci fa un titolone. Ma devo ammettere che il successo del mio reportage è merito dei lettori del blog e delle possibilità che Facebook e Twitter mi hanno dato per poter diffondere i miei post, tutto con un Iphone e un po’ di coraggio”.
Poi il libro: “L’Ospite”, pubblicato a sue spese e un nuovo progetto, sempre on the road negli Stati Uniti, per raccontare come sta cambiando la percezione dei matrimoni gay nelle diverse realtà statunitensi.
“Una dimostrazione di come il giornalismo sta cambiando, diventando sempre più individuale e sempre meno legato alle vecchie redazioni”; così la giornalista del Corriere della Sera, Serena Danna, che conclude: “Non si tratta di fortuna o astuzia, ma di coraggio e di voglia di raccontare, di fare il cronista per strada facendosi supportare dai lettori che, quando sono soddisfatti dei contenuti originali creati dal giornalista che seguono, sono disposti anche a finanziare le sue inchieste. Che questo sia d’esempio per tutti i giovani giornalisti che amano questo mestiere e vogliono provare a farlo bene, anche in modi alternativi”.
Fabio Marcarelli