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Tra i vari eventi previsti nella quarta giornata del Festival Internazionale del Giornalismo edizione 2011 si è anche svolto il dibattito fra i fondatori dei maggiori siti web di informazione, nella cornice della Sala Raffaello dell’ Hotel Brufani: Paolo Mandron di Lettera43, Luca Sofri de il post.it e Jacob Weisberg di Slate si sono confrontati sulle tematiche relative al giornalismo in rete: dalla sua nascita e diffusione, soprattutto in Italia, al suo futuro di graduale soppiantamento dell’informazione sulla carta stampata.

Dopo una breve descrizione dei loro personalissimi percorsi che li hanno portati a fare informazione sul web, i tre direttori hanno delineato le caratteristiche e gli obiettivi dei loro giornali da cui emergono alcuni tratti comuni quali la serietà e la professionalità dal punto di vista della fondatezza delle notizie ed, allo stesso tempo, un’apertura mentale verso un sano sperimentalismo che li spinge a variare quanto più possibile nei contenuti, a proporre idee nuove ed originali e a ricercare un tratto di riconoscibilità ed affidabilità, il tutto avvalendosi di strumenti attuali, democratici e di amplia diffusione come i social network.

Durante il dibattito vengono fuori alcuni spunti di riflessione interessantissimi come, ad esempio, i siti e le notizie più ciccate da parte degli utenti; risponde Luca Sofri che, suscitando anche il sorriso del pubblico, cita la teoria del boxino morboso, secondo cui esiste una classifica “infallibile” di riferimento: sesso, pettegolezzo, animali che fanno stranezze, sport e video divertenti. Ma, aggiunge il direttore de il post.it, chi si attiene ad essa nel fare informazione, non è interessato a creare un gruppo di lettori fedeli, ma solo ad accrescerne il numero, adeguandosi ad una sorta di legge di mercato che non soddisfa la qualità del prodotto.

Altro valido approfondimento che emerge durante il dibattito è inerente al futuro della carta stampata in un contesto mondiale in cui la gente usufruisce sempre più delle informazioni di attualità sulla rete; a questo proposito, Paolo Mandron offre una visone nazionale, secondo cui il “predominio” è ancora della carta: “Da parte mia, auspico che nascano sempre più giornali on line. Rispetto ad altri paesi, in Italia il web non gode ancora della stessa autorevolezza del cartaceo”. In merito alla stessa questione, Jacob Weisberg dichiara che essere giornalista è meraviglioso sia che lo si faccia in rete che sulla carta, come pure in strada. Il problema della sopravvivenza dei mezzi di informazione, soprattutto economica, non è solo del mondo del giornalismo, ma dell’intera società democratica perché, molto spesso, in nome di tale sopravvivenza, la veridicità delle notizie e l’onestà nel modo di diffonderle diventa estremamente discutibile.

Nelle ultime battute si riflette sulla possibilità che i giornali on line diventino a pagamento, sul fatto che il linguaggio adoperato debba essere diretto e fruibile per tutti e sul limite rappresentato dal mondo della rete, nei casi in cui l’utente si crea una sua realtà personalizzata in base ai propri interessi e a quelli dei suoi amici, occludendo a se stesso qualsiasi stimolo verso la scoperta o l’esplorazione del nuovo.

Come fa notare, in chiusura, il coordinatore del dibattito, emerge un atteggiamento generale di rispetto ed attenzione verso il lettore, per lo meno da parte di chi, seriamente, si occupa della diffusione delle informazioni sul web.

Chiara Vero