Rivoluzione (mediatica?) in Tunisia e Egitto

“Il ruolo di Al Jazeera e dei nuovi media nelle rivolte arabe dalla Tunisia alla Libia”: questo il sottotitolo dell’incontro tenutosi presso la Sala dei Notari della città umbra Perugia.

Ospiti del dibattito sono stati Ahmed Ashour, direttore di Al Jazeera Talk; Sami Ben Gharbia di Global Voices; Ayman Mohyeldin, Al Jazeera English; Gabriella Simoni di Mediaset e Ugo Tramballi de Il Sole 24 Ore.

Si è discusso soprattutto del ruolo che ha avuto Al Jazeera, seguita da quaranta milioni di arabi sui trecento dell’intera popolazione, nel sostenere le rivolte anti-regime, affiancata peraltro da Internet e dal social networking, in particolar modo. E del modo in cui la stessa emittente araba si è, metaforicamente, travestita da megafono per dar voce ai rivoltosi.

“Oltre internet – ha dichiarato il tunisino Sami Ben Gharbia - anche le persone sul campo che hanno affrontato la polizia segreta sono stati i protagonisti delle rivoluzioni, ma senza internet e senza Al Jazeera tutto questo non sarebbe stato possibile”.

Ha raccontato poi la sua esperienza la Simoni, di ritorno da Bengasi, dicendo che “Al Jazeera ha rappresentato tantissimo nel mondo arabo. I blog sono uno strumento di lavoro straordinario e nonostante l’enorme inondazione di immagini e di informazioni, questa, non può non scuotere le coscienze dell’occidente. Non basta il social networking, non basta la forza dell’entusiasmo. Quel che occorre è anche una specifica costruzione di strategie e di conquista di territorio”.

L’egiziano Ahmed Ashour ha avuto modo, invece, di spiegare la nuova piattaforma ‘Al Jazeera Talk’ e, in vena ottimista, ha affermato di credere nei giovani e, rivolgendosi al pubblico, ha detto: “facciate in modo che i vostri sogni su internet, dal mondo virtuale si concretizzino in quello reale”.

Sull’attendibilità delle notizie e quindi sull’originarietà delle fonti ha commentato invece:“Dove c’è coraggio c’è buon giornalismo”.

L’incontro si è concluso con le dichiarazioni di Mohyeldin che ha accennato al “fattore paura, che per anni è stato il fattore principe del popolo arabo, oggi è andato finalmente in pezzi” ed ha esultato che “l’informazione ha consentito al popolo arabo di conoscere quali erano i propri diritti. In secondo luogo, di rilevante, c’è che la gente ha preso il potere in mano senza l’ombra di alcun leader”.

Luca De Cristofaro