SE IL GRECO DIVENTA MAINSTREAM

Pubblicato sette mesi fa, riedito sedici volte, tradotto e diffuso in diverse lingue, con 90.000 copie vendute La lingua geniale – 9 ragioni per amare il greco è senza dubbio il caso editoriale italiano, e non solo, di quest’ultimo anno; a parlarne, accompagnata dal compagno e consulente, nonché giornalista freelance, Fabio Chiusi, è stata la giovane autrice Andrea Marcolongo, che si è presentata oggettivamente sorpresa ed emozionata per l’enorme e inaspettato successo del suo libro.
Questo lavoro, ha tenuto a precisare la scrittrice, è tutt’altro che un lungo trattato accademico sulla lingua greca, ma quasi una storia sulla ricerca di se stessi, una storia d’amore nata quasi per caso, dopo aver seguito ciecamente le istruzioni di una insegnante delle medie e senza la guida di professori particolarmente brillanti ai tempi del liceo.
La domanda che apre l’evento è: sarà forse vero che il greco sta percorrendo la stessa parabola del panda, che è “diventato mainstream quando si stava per estinguere”?
Il successo del libro, tuttavia, fa percepire al pubblico presente a Palazzo Sorbello tutt’altro che un principio di estinzione.
La convinzione che l’autrice porta avanti per l’intera durata dell’incontro è che, in realtà, non esistono lingue che si possano definire vive o morte; a esistere, o a essere esistite, sarebbero solo “lingue feconde”: ogni idioma rappresenta infatti una bussola che permette all’uomo di potersi orientare, un modo di concepire il mondo, essendo il pensiero che, in primis, guida la parola.
Rispetto alle altre lingue, il greco antico, con la sua gamma di perfettissime alternative, offriva un’infinita serie di possibilità al parlante per esprimere uno stesso concetto. Probabilmente è stato questo, insieme all’amore catartico per la drammaturgia classica, ad aver fatto innamorare Andrea Marcolongo della cultura greca.
Ma quale fattore avrà fatto appassionare al suo libro decine di migliaia di persone? Il fatto che questa lingua, nella sua essenza, insegna all’essere umano la responsabilità di essere libero.

Lorenzo Tobia