La definizione di creatività non è così semplice e tantomeno riconducibile a un esclusivo e particolare ambito. All’incontro “Si fa presto a dire creatività” sponsorizzato da Sky, all’Hotel Brufani di Perugia, una serie di esperti dei più disparati campi hanno cercato di spiegarla. Stefano Bises, famoso sceneggiatore di serie di successo, Barbara Mazzolai, coordinatrice del Centro Micro Bio-Robotica, la fotoreporter Darcy Padilla e Leonardo Romei, direttore ISIA Urbino, si sono susseguiti cercando di mostrare come il processo creativo si trasforma in professione.
La creatività per dare dei frutti, e quindi realizzarsi in qualcosa di concreto, ha necessariamente bisogno di costanza, ricerca, e impegno. Ogni relatore del panel, secondo il proprio punto di vista e prospettiva lavorativa, ha parlato in sostegno proprio di questa tesi.
Ma in realtà cos’è la creatività, o meglio il creativo? Per Barbara Mazzolai è colui che va oltre i confini, oltre il noto. Fa notare che spesso la diversità ha un’accezione negativa, ma che molte volte diventa proprio il mezzo che ci conduce alla creatività.
Secondo Stefano Bises (sceneggiatore di Gomorra- La serie) “siamo tutti creativi e continuamente”. Cultura e conoscenza sono fonte della creatività e consentono la sua continua alimentazione. A fianco di questi due paradigmi, sostiene Bises, l’insoddisfazione gioca un ruolo predominate, perché ci porta alla continua ricerca e revisione del nostro lavoro.
Per Darcy Padilla non c’è creatività senza pazzia, ma soprattutto senza il costante porsi domande ed esplorare. L’essere risoluti e ricchi di risorse è necessario, se non strettamente indispensabile. Anche
Leonardo Romei spiega il suo punto di vista riguardo il processo creativo, sostenendo che “senza conflitto non c’è interesse e neppure creatività, la cui peggiore nemica è l’incomprensione”.
La creatività non è solo una scintilla, ma lavoro e impegno che va alimentata affinché il processo creativo da buona idea diventi realtà.
Federica Bonetti