Sala dei Notari, 21.15
La rabbia, la precarietà, la fuga ma anche la speranza della nuova “generazione nessuno” italiana al centro dell'ultimo panel della prima giornata di Festival, moderato dalla giornalista di Repubblica Concita De Gregorio con ospiti il segretario della Fiom Maurizio Landini, il disegnatore Claudio Stassi e la giornalista Claudia Cucchiarato.
L'ex direttrice de l'Unità ha iniziato il suo intervento con un mea culpa per la categoria dei giornalisti, a suo modo di vedere al centro di una crisi di ricambio generazionale paragonabile a quella politica. “L'anno che ha preceduto queste elezioni è stato molto difficile e i segni di rabbia e crisi sfociati nello tsunami del voto erano evidenti – ha confessato Concita De Gregorio -. Non credo quindi a tutti i miei colleghi che hanno parlato di effetto sorpresa”. Dopo l'incipit sul mondo del giornalismo, l'editorialista di Repubblica ha ricordato il fallimento del decreto Gelmini sul “rientro dei cervelli” (lanciato ma non rifinanziato, facendo tornare molti ricercatori che poi si sono ritrovati a spasso) per introdurre i due ospiti Cucchiarato e Stassi, entrambi italiani emigrati a Barcellona.
“Sono nato al quartiere Brancaccio di Palermo, dove o diventi un killer o fai una scelta diversa come ho fatto io – ha spiegato il disegnatore siciliano -. Ho denunciato la mafia attraverso i miei fumetti e mi sono trovato ostacolato nella mia terra, la stessa terra che tra Rita Borsellino e Totò Cuffaro ha scelto quest'ultimo. Io sono emigrato all'estero ma cerco sempre di aiutare la mia terra denunciando la mafia da Barcellona”.
Claudia Cucchiarato è anch'essa emblema della generazione nessuno; decide di vivere altrove adottando il provocatorio secondo cognome iberico “ninguno”, alla ricerca di un confortante anonimato: “Si parla spesso dell'etichetta fuga dei cervelli ma in maniera contraddittoria; all'estero non vanno solo i geni ma anche chi preferisce vendere il pane a Londra e non fare il cameriere a Milano. Durante l'indagine che ho condotto, sul fenomeno dell'emigrazione, mi sono resa conto della grande quantità di italiani che hanno scelto di scappare: 2,5 milioni quelli registrati, almeno altri 3 quelli nascosti”. La Cucchiarato, poi, rivolge le sue perplessità al sindacalista Fiom Landini in merito al mancato appoggio dell'universo sindacale nei confronti della sua generazione, fatta da troppi precari che però, rispetto ai sistemi di potere, hanno saputo assumersi le proprie responsabilità: “Abbiamo avuto tutto ma non siamo riusciti a realizzarci anche a causa del nostro eccessivo individualismo; io però mi assumo tale responsabilità, la politica e i sindacati no continuando a riempirsi solo la bocca di belle parole come cambiamento”. Landini sull'argomento ammette le responsabilità del sindacato e auspica un cambiamento radicale all'interno delle organizzazioni un tempo al fianco dei lavoratori: “Io penso che ci sia un ritardo del sindacato; c'è la necessità di cambiare le politiche interne alle nostre organizzazioni, rinnovando grazie all'aiuto dei giovani che oggi si ritrovano più soli che mai. Bisogna rendersi conto che non si può semplicemente gestire la precarietà ma combatterla. I diritti dei lavoratori sono sempre di più messi a rischio, vogliono dividerci mettendoci l'uno contro l'altro. Dobbiamo evitare che si ampli il conflitto generazionale in atto e batterci per rappresentare tutti in maniera trasversale”.
Matteo Agnoletto e Fabio Marcarelli