Perugia-Roma in due ore. Questo l’obiettivo dell’amministratore delegato di Ferrovie Italiane Renato Mazzoncini, intervistato oggi al Festival del Giornalismo da un viaggiatore esperto e raffinato come Beppe Severgnini.
Stiamo lavorando con le Regioni – ha spiegato l’ad – per acquisire ed integrare nella nostra rete tutte le 31 ferrovie concesse, le cui tratte sono troppo corte per poter garantire una gestione economica. Per esempio, questo significherebbe arrivare da Roma a Perugia utilizzando i binari della attuale Ferrovia centrale umbra (FCU) anziché passare da Spoleto-Foligno-Assisi, risparmiando 25 minuti. Possiamo acquisirla entro la fine dell’anno e far partire i lavori di ammodernamento nel 2018.
Il vero compito di chi occupa la mia posizione – ha proseguito Mazzoncini – è quello di cercare di convincere le persone ad abbandonare l’automobile e a salire sui mezzi pubblici. L’alta velocità è oggi una realtà di successo, che si mantiene sul mercato da sola, garantisce la concorrenza ed offre anche i prezzi più bassi d’Europa con punte che arrivano fino a 20 euro per un Milano-Roma. Diverso il caso dei treni Intercity e regionali, che ricevono sovvenzioni pubbliche. Qui servono investimenti in infrastrutture ma intanto è in corso il rinnovo del 70% della flotta per rendere almeno il viaggio più confortevole. Siamo molto orgogliosi di aver introdotto anche sui treni locali – in via sperimentale – i pulitori a bordo, che garantiscono l’igiene e contribuiscono anche loro ad incrementare la sicurezza.
Il vero punto debole del sistema – ha detto ancora il numero uno di Ferrovie – è oggi il trasporto pubblico locale, dove appena sette città sono dotate di metropolitane, con una rete complessiva che è circa un terzo di quella spagnola, tedesca o britannica. Almeno nelle grandi aree urbane, però, c’è una domanda sempre più alta di mobilità che quindi offrirebbe grandi potenzialità di business. Ad impedirlo finora è stato l’intreccio fra politica locale e sindacati, che ha portato ad una gestione disastrosa delle aziende, non soltanto all’Atac di Roma.
L’alta velocità ha ogni anno 50 milioni di clienti, di ogni classe sociale – ha concluso Mazzoncini – le prossime sfide saranno l’espansione della rete da Napoli a Bari per far uscire la Puglia dell’isolamento, la creazione di una rete wi-fi di qualità accessibile dai nostri treni e, auspicabilmente, un’app unica intermodale che consenta di pianificare i propri viaggi e di poter modificare rapidamente programma in caso di imprevisti.
Bresciano, classe ’68, Renato Mazzoncini è laureato in ingegneria elettrotecnica come i suoi due predecessori, lavora dal 1992 nel mondo dei trasporti ed è al vertice del gruppo Ferrovie Italiane dal 1° dicembre 2015.
Di Alessandro Testa