Ucraina: reporter in trincea

Perugia, 1 maggio 2014

Cosa sta accadendo in Ucraina? Qual è il filo che unisce gli eventi degli scorsi mesi, dall'occupazione di piazza Maidan, passando per il referendum in Crimea e i recenti scontri nell'Ucraina orientale? Sono questi punti che l'incontro, curato dalla Associazione Giornalisti Scuola di Perugia e tenutosi alle 10.30 alla Sala Raffaello, ha cercato di districare, mostrando tanto la prospettiva di coloro che hanno documentato e vissuto attivamente le proteste contro il presidente Yanukovich quanto quella dei media Occidentali giunti sul luogo. È stato Marcello Greco, giornalista della Redazione Esteri del TG3, a tenere il punto della discussione.

A Mustafa Nayem, co-fondatore di Hromadske.TV, una tv online indipendente finanziata tramite crowdfunding, e personaggio di spicco delle ultime proteste, la prima domanda: qual è il ricordo di quei giorni? La protesta, ha risposto il giornalista, è stata spontanea, la gente era già convinta a scendere in piazza. Il motivo è stata la decisione di Yanukovich di non firmare un partnership con l'Ue, preferendo piuttosto avvicinarsi alla Russia, violando l'inclinazione alla preservazione di una propria identità ed indipendenza degli ucraini. In piazza sono inizialmente scesi i giovani e i giornalisti, poi, con il passare dei giorni, si sono unite persone di tutte le estrazioni ed etnie, accomunate dal non riconoscere più in Yanukovich il proprio presidente. Dal 13 novembre, primo scontro con la polizia, nella piazza vi è stata un'escalation di violenza, che ha portato anche alla morte di alcuni protestanti.

Dai manifestanti, ha affermato Olga Tokariuk, giornalista freelance che ha collaborato anche con testate occidentali, non vi è mai stato un pericolo per i giornalisti. Le uniche aggressioni sono state quelle dei gruppi filogovernativi più o meno legali che hanno contribuito a creare un clima di confusione e paura. Nella piazza sono cominciati a comparire cecchini, i manifestanti si sono trovati accerchiati mentre i media russi ed esteri hanno cominciato a dipingerli come neofascisti, operando quella che, ad avviso di Nayem è stata una mistificazione. “Sì”, ha dichiarato, “vi sono ci sono i nazionalisti e noi li odiamo più di voi”. Il nazionalismo è infatti un problema anche per gli ucraini, abituati a vivere a contatto con più realtà etniche che erano tutte presenti ed unite in piazza Maidan.

La storia di Hromadske.TV si lega strettamente agli eventi di questi ultimi mesi. Anna Babinets, co-fondatrice di Slidstvo.Info e collaboratrice anche di Hromadske.TV, ha raccontato di come gran parte dei media ucraini fossero controllati dal governo. Internet ha fornito una piattaforma sul quale fare informazione in maniera del tutto indipendente. Un altro progetto in cui la giornalista è stata protagonista è quello di YakunovichLeaks, che ha reso pubblici e analizza, dopo la caduta del presidente, i documenti che questo aveva cercato di distruggere, prove scottanti della sua corruzione.

Ci si è quindi spostati al caso della Crimea, dove Lucia Goracci, inviata in quella zona per conto del TG3, ha dato una visione diversa da quella dei giornalisti ucraini Il clima, in Crimea, è quello di un forte entusiasmo, certo rafforzato dalla propaganda russa e dalla soppressione delle voci ucraine, ma che nasce anche da un'aspirazione della popolazione locale, in gran parte russa. Si può parlare di una nuova guerra dei Balcani? No, in quanto in Crimea manca un vero e proprio odio razziale. Certo, vi sono stati moltissimi episodi di violenza nei confronti degli ucraini. Forse la Crimea e, più in generale, l'Ucraina scontano il peso della loro posizione di confine. Ciò che preoccupa, secondo Olga Tokariuk, è che la vicenda interna dell'Ucraina si è fatta ora globale, e ad avere potere in merito non sono più gli ucraini, ma le forze internazionali in gioco. In Crimea, ha precisato Anna Babinets, per i giornalisti, a differenza che a Kiev, si vive una vera e propria situazione di guerra.

Siamo dunque in prossimità di un conflitto? Per Nayem, Putin farà tutto ciò che è in suo potere, e i suoi mezzi sono enormi. L'Ucraina, al di là delle sanzioni, potrebbe essere conquistata militarmente in due ore. La verità è che la Russia non sta venendo attaccata dall'Occidente in quanto è in possesso di armi nucleari.

L'incontro si è concluso con un dubbio minaccioso: l'Ucraina da sola cadrà, è necessario l'intervento occidentale. Il futuro, ha concluso la Tokariuk, si deciderà il 25 maggio, quando avranno luogo le elezioni europee e le presidenziali ucraine. Il futuro di queste due aree è strettamente interconnesso.

Matteo Scopel