UMBRIA, PROTEZIONE DI UN’ORIGINE: L’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA DOP

Parlare di olio di oliva, a volte, è come camminare in un campo minato, e spesso se ne parla senza sapere realmente quale argomento si stia affrontando. Data la mancanza di una stampa specializzata, è prassi comune, ma assolutamente non corretta, che si affronti l'argomento in maniera decisamente superficiale. Per dipanare questa matassa, che spesso confonde agricoltura con gastronomia, il panel di quest'oggi presso il Centro Servizi Alessi, ha messo a confronto Carlo Cambi, sanguigno giornalista toscano, Luigi Caricato, direttore di Olio Officina Food Festival, e Udo Gumpel, giornalista della RTL tedesca, per affrontare la questione riguardante la tutela dell'olio italiano, di ottima qualità, duramente attaccato tempo fa dal New York Times in un articolo definito da Cambi, veritiero, cui fa da contraltare l'incapacità quasi totale degli italiani di difendersi da questi attacchi. Gli scandali riguardanti l'olio italiano ci sono stati, ma forse l'Italia è il paese che tutela più di tutti questo prodotto, con ben nove organizzazioni di controllo appositamente costituite. «L'agricoltura è messa in secondo piano nella stampa italiana – ha detto Carlo Cambi – e la preparazione degli addetti ai lavori è scarsa, fa impallidire, come se tra cibo e territorio non ci fosse alcun collegamento». Il compito del giornalista e del giornalismo italiano sarebbe quello di portare sotto gli occhi del mondo le prove che i prodotti italiani sono di altissima qualità, senza fermarsi alla asettica smentita copiata da un comunicato stampa diffuso dall'azienda produttrice interessata. «Manca un giornalismo agricolo in Italia – rincara la dose Cambi – e il New York Times attacca l'olio italiano per pure ragioni commerciali. Questo perché i californiani hanno interesse a scalzare l'Italia dal suo posto di primato». In sostanza, la tutela dei prodotti italiani di qualità dovrebbe passare anche dalla stampa, dal mondo giornalistico. Un grande potere che potrebbe dare una grande mano al settore agroalimentare italiano.

Valerio Lai