Un giorno sull’isola. In viaggio con Lorenzo

Perugia, 4 maggio 2014

Aria di famiglia alle 12.00, presso il Teatro della Sapienza, dove Concita De Gregorio, giornalista de La Repubblica e conduttrice su RAI 3 di Pane Quotidiano, e suo figlio Lorenzo, hanno raccontato un loro esperimento fatto per recuperare il senso delle parole, non un semplice dialogo tra madre e figlio ma una sorta di “gioco letterario” che ha coinvolto le parole, e quindi il punto di vista di due generazioni.

L'idea è venuta quando, ha raccontato Concita De Gregorio, Lorenzo è entrato nella “fase di lutto” che è l'adolescenza, interrompendo ogni rapporto con il mondo adulto. Un giorno, inaspettatamente, Lorenzo svela un gioco che da piccolo faceva con il nonno materno, creando dei racconti e impersonando varie parti, partendo da fiabe e arrivando a toccare il tema del rapporto tra vita e morte. Da lì, dopo un po' di rimostranze, decidono di ripetere il gioco per recuperare una comunicazione che si era fatta difficile:  “riprendiamo i personaggi che tu e il nonno avete creato e costruiamo un meccanismo narrativo in cui ci diciamo ciò che vogliamo dire, scambiamoci parole”.

La scrittura è avvenuta in estate, in un'isola: passata l'infanzia, ha affermato Lorenzo, l'idea di andare al mare pare assurda. Così, madre e figlio sono andati nel bar deserto dell'isola, impersonando personaggi e lanciandosi in una vera e propria sfida a colpi di parole. “L'esperimento”, ha continuato il figlio, “ha funzionato perché è stato molto più semplice liberare alcuni sentimenti, alcune emozioni difficili da comunicare, specialmente ad un membro della propria famiglia”.  Sono nati personaggi come i due guardiani di due fari avversari, uno hippy e l'altro ipertecnologico, o il gatto e il corvo, la vita e la morte.

Ciò che realmente emerge, al di là delle possibili influenze biografiche, è uno scontro tra “diverse visioni della stessa cosa”, un'incomunicabilità che deve essere risolta. Il giornalismo è anche un riuscire ad entrare in sintonia con l'orizzonte che si vuole narrare, un farsi da parte per diventare ricettivi. Anche la scrittura deve ritrovare il suo ruolo, scoprendosi non solo uno strumento vetusto, citando Lorenzo, ma “per esprimere qualcosa che adesso è impossibile spiegare”. La capacità di mettere per iscritto non cadrà mai, non andrà in prescrizione, ha concluso la De Gregorio. Bisogna ritornare all'origine per andare avanti.

Matteo Scopel