Una storia ancora da raccontare: Peppino Impastato

Anche quest’anno, come nelle precedenti edizioni, il Festival Internazionale del Giornalismo ha proposto un concorso il cui scopo è quello di riportare alla memoria e far conoscere, anche agli stessi partecipanti, storie di vite, di giornalisti che con la loro attività, non solo giornalistica, hanno lasciato un impronta indelebile nel mondo, squarciando spesso le coscienze con la verità.

La premiazione dei vincitori ha avuto luogo Domenica 17 Aprile, nell’ultima mattina dell’IJF, presso l’Hotel Brufani di Perugia.

A presiedere la giuria Giovanni Impastato, fratello di Peppino, Francesco La Licata de La Stampa e esperto di vicende di mafia, Marco Rizzo, giornalista e sceneggiatore del fumetto dedicato ad Impastato, Rodolfo Ortolani responsabile Corporate Identity and Communications Italy del gruppo bancario Unicredit che anche quest’anno ha sostenuto il concorso.

Quest’anno il premio era dedicato a un uomo che ha dato la vita per diffondere la verità, per perseguire la giustizia, per smuovere un paese, una nazione intera: Peppino Impastato. Artista, poeta, giornalista, rivoluzionario, ironico, di una sensibilità superiore. Queste le parole usate da Giovanni Impastato per descrivere Peppino e tutto ciò che ha fatto per rompere il sistema dall’interno, cercando di raccontare, nel poco tempo a disposizione, le tappe salienti della vita e della lotta di Peppino.

Il concorso Una storia ancora da raccontare prevedeva due premi, una Sezione Carta Stampata, quindi raccontare la storia di Impastato attraverso la scrittura di un articolo, e una Sezione Video, ovvero una riproduzione video – audio della durata di circa 6 minuti.

Vincitore della sezione Carta stampata è Federico Alagna, ragazzo di Messina, che con il suo Peppino Impastato. La storia di una scelta ha dato un approccio narrativo dal punto di vista dei giovani, raccontando in modo semplice ma con uno sguardo penetrante la storia, la vita, le scelte di Peppino.

Premio Speciale della sezione Carta Stampata è stato dato a Mohsin Iqbal, Mayam Farooq, Syed Uzair, Imran Amran Khan, quattro ragazzi che dal Pakistan hanno partecipato al concorso, raccontando la storia da un punto di vista differente rispetto a quello a cui siamo abituati e dimostrando come eventi internazionali e culturali come l’IJF siano un ponte di unione tra giovani e non delle più svariate nazionalità e che, questo ponte, è capace di diffondere culture, storie, verità diverse e sconosciute.

Per la Sezione Video, il primo premio viene vinto da due giovani ragazzi laziali, Enrico Tata e Ruggero Spataro che hanno scelto di raccontare la storia dei depistaggi da parte delle istituzioni, facendo un’analisi anche della cultura mafiosa del luogo e del tempo e le armi di Impastato per attaccare il potere mafioso.

Menzione Speciale è  stata assegnata a Marco Pirrello con il suo video Peppino: tutta un’altra storia il quale con il suo lavoro è riuscito a raggiungere il giusto equilibrio tra emotività e perizia tecnica.

L’emozionante incontro al Brufani si chiude con le note di una canzone che è stata il simbolo, negli ultimi anni, della lotta alla mafia e della vita di Peppino, I Cento Passi dei Modena City Ramblers, e con una riflessione che noi tutti dovremmo tenere a mente, sempre.

La cultura è lo strumento che fa più paura al potere. E’ l’unico strumento a nostra disposizione per combattere, per ribellarci, come diceva Peppino.

Silvia Vero