"Sono qui per parlare dell'ultimo libro che ho scritto e ci tengo a dirvi perché". Cosi Riccardo Iacona apre l'incontro per "Utilizzatori Finali", un libro nato dalla voglia di raccontare storie e parlare di Italia cosi come fa ormai da anni Presa Diretta ogni settimana su Rai3. La penna del giornalista cerca di indagare sul perchè in Italia gli uomini sentano tanto il bisogno di sfruttare il corpo delle donne, cercando nelle loro stanze buie il piacere. Entrando subito in medias res nell'argomnto, fornisce i dati di 9 milioni e mezzo di prestazioni sessuali con prostitute che lavorano per strada, su 2 milioni e mezzo di uomini italiani. Numeri tragici che forniscono una panoramica della situazione sul quale verte il nostro paese, in un mondo in cui ormai non è più difficile avere rapporti sessuali con le donne. "È un comportamento di massa", dice Iacona, "con questi numeri potrebbe rientrare nei comportamenti culturali italiani". "Non è un reato, non sto facendo male a nessuno", questo quanto emerge dal libro che rende protagonisti gli uomini in un mondo che parla di donne con sessismo. Il presupposto da cui parte è infatti l'uomo, uno qualunque, non identificato. L'industria della prostituzione è talmente forte e ben radicata che qualunque uomo a prescindere da età, lavoro e provenienza va, statisticamente parlando, a prostitute. Il dito puntato è contro l'oggetivazione del corpo femmimile, che viene consumato per qualunque motivo, a partire dagli spot pubblicitari che "ammiccano a mangiare lo yogurt per fare l'amore". Quello che il nostro paese ha costuirto è "una sorta di apartheid", del quale dobbiamo prendere atto intelligentemente. Le donne perdono la loro identità, diventano oggetti di sfogo e desideri senza volto. Proprio questo processo di annientando della persona permette agli uomini di non avere impegni nel tornare a casa e chiudere una relazione per tradimento nel quale si affronta una scelta tra due donne. "L'oggettivazione del corpo della donna non può lasciare indifferente con questi numeri", sottolinea Iacona, ponendolo come lo spunto dal quale è partito per scrivere. La storia delle baby squillo di Roma è stato invece il campanello di allarme che ha fatto emergere la necessità di un libro che parlasse di questi uomini, senza peli sulla lingua. Il grido disperato che lancia Iacona è rivolto a famiglie e istituti educativi, nei quali si dovrebbe parlare di più di amore e di educazione sessuale. Tornare a parlare del valore della cultura è più che importante quanto doveroso. "Tagliando i fondi alla sanità abbiamo smesso di curare la gente", spiega Iacona, quella gente la cui anima andrebbe educata e coltivata fin dall'infanzia. "Mi sono convinto del fatto che gli uomini italiani che vanno a prostitute non lo fanno per la prestazione tecnica, ma quello che avviene nel bordello è l'esercizio assoluto del potere". Il potere quindi come fine ultimo anche quando si parla di prostituzione, un potere maschilista che in Italia è diventato un fenomeno sociale. A chiudere l'incontro anche una piccola polemica, sorta da un signore che ha proposto un argomento per Presa Diretta al giornalista, additando come sbrigativa la sua risposta sull'istituto di previdenza da lui citato.
Valeria Vinzani