Teatro Morlacchi, ore 21.15
Serata teatrale all'insegna dell'ironia e della satira, quella andata di scena al Teatro Morlacchi. Protagonisti il giornalista Gian Antonio Stella e il comico Paolo Rossi, che hanno guidato gli spettatori presenti in un insolito quanto esilarante viaggio nel mondo della burocrazia italiana. Dalle veline mussoliniane alle centinaia di inutili parole contenute in leggi assurde, come quella sulla regolamentazione della pesca delle lumache di mare o dell'allevamento di due cardellini. “Eppure- come racconta Stella- le leggi inutili indeboliscono le leggi utili e quante più parole si adopera nel distenderle tanto più oscure possono diventare”. Spiegare, così, col sorriso sulle labbra il problema dei grandi sprechi della macchina burocratica e non solo: “Siamo all'ottantatreesimo posto in velocità di download e in Parlamento si consumano 580 tonnellate di carta; per un causa giudiziaria civile bisogna aspettare un migliaio di giorni, per ottenere una licenza edilizia ancora di più. Per non parlare dei costi della burocrazia statale, esorbitanti anche rispetto a quelli della politica; spendiamo 70 miliardi l'anno di burocrazia. E' così chiaro che la prima grande riforma da fare è quella della burocrazia”.
“I burocrati usano tante parole ma tra di loro parlano pochissimo”. Così Paolo Rossi che ha esordito ricordando l'amico Enzo Jannacci che prima di uno spettacolo, durante un'ispezione dell'Inps, rispose abbaiando. “E' fondamentale il tema del linguaggio e sto imparando a parlare semplice e ascoltare gli animali. Ho iniziato dai piccioni, un animale che parla da solo come l'elettore medio del PD; poi i gabbiani, animali bastardi ma timidi e anche alle mandrie di vacche vicino Sondrio per farmi aiutare a sviluppare un sistema economico e solidale. La loro risposta definitiva è stata:avete mai pensato al latte di soia”.
Stella riprende l'importanza della semplificazione del linguaggio, citando Italo Calvino: “L'italiano diventa antilingua quando una persona invece di dire ho fatto dice ho effettuato e così uccide la sua lingua – e continua- pensate alle assurdità di alcune definizioni, delle leggi del codice della strada, delle dichiarazioni, nel 1998, dell'allora Ministro dell'Interno, Rosa Russo Iervolino, che rifiutò di dare l'asilo politico ad Ocalan perché aveva dimenticato di compilare un modulo”. Stella ricorda che nell'universo dell'homo sapiens burocraticus non siamo i soli a soffrire: “Pensate ad alcune leggi americane; nello Utah è vietato fare sesso sull'ambulanza durante le chiamate d'emergenza. E dove la mettiamo l'ipocrisia pelosa di alcune leggi nostre leggi e definizioni; sapevate che in Italia è vietato definire un uomo lebbroso ma che bisogna definirlo Hanseniano?”
A chiudere la serata, sulle storture e gli sprechi del mondo della burocrazia, è un esilarante Paolo Rossi: “Ho una richiesta all'organizzazione del Festival: qualcuno potrebbe accompagnarmi in albergo perché ho spezzato la chiave della stanza e ho paura che mi facciano compilare un modulo”.
Fabio Marcarelli