Andrea Borruso di Dataninja è un geomatico e si occupa di rilevamento e trattamento informatico di dati relativi alla Terra e all’ambiente. Apre il workshop di oggi giovedì 6 aprile alle ore 14:00 presso l’Hotel Sangallo citando Ruggero Orlando “Qui Nuova York, vi parla Ruggero Orlando”. La decisione di iniziare con le parole con cui il giornalista era solito ad introdurre le proprie corrispondenze da inviato speciale della Rai è dovuta al fatto che per lui, ancor prima di iniziare la sua carriera professionale, la parte dei dati legata al territorio è stata particolarmente stimolante.
Al giorno d’oggi sono sempre più diffusi dei tool che in maniera semi-automatica permettono di fare elaborazioni cartografiche che consentono ai giornalisti di raccontare storie ed evidenziare fenomeni. “Alle volte, però, – afferma Borruso, i dati cartografici spaziali sono una grande barriera perché provando, ad esempio, a metterli su Google Maps per qualche ragione strana non si visualizzano e danno metainformazioni con dei codici a noi incomprensibili.” Questo accade perché come in tutte le discipline anche in questa esistono dei concetti di base che se non si conoscono non permettono di andare avanti.
“Lavorare con i dati cartografici – continua Borruso, è un po’ come quando si fa bricolage a casa ed ognuno di noi ha i propri strumenti da utilizzare”. In questa disciplina esistono, dunque, degli strumenti “base” quali un software che permette di gestire dati di natura cartografica (ad esempio QGIS), un editor di testo, un foglio elettronico, un browser ed, eventualmente, una “shell”.
I dati cartografici si distinguono in base alla natura e possono essere di tipo raster o di tipo vettoriale. I dati raster sono le immagini composte dai pixel dove ad ogni colore viene associato un valore. “Un classico dato raster contenente al suo interno informazioni è quello che viene chiamato in inglese DEM (Digital Elevation Model). Si tratta di un’immagine in cui in ciascun pixel c’è l’informazione sulla quota che viene utilizzata, per esempio, da tutte le aziende che fanno atlanti per realizzare le cartine a sfumo.” spiega Borruso. Di conseguenza, esistono quattro elementi importanti per questo tipo di immagini: il formato dei file, la risoluzione, il sistema delle coordinate ed il colore (profondità).
I dati vettoriali contengono, invece, geometrie basilari ed hanno la caratteristica di non sgranare mai in quanto vengono ricalcolati in modo automatico ogni volta che si modifica il livello di zoom. Per fare cartografia sul web i formati più usati sono GeoJSON e KML, basati rispettivamente sulle codifiche JSON e XML.
La seconda parte del workshop sul geornalismo continua e termina con delle dimostrazioni pratiche con l’utilizzo di software opensource. In particolare, Borruso spiega come sia possibile monitorare Twitter per capire da che punti della città di Perugia si twitta di più e con che frequenza durante il Festival Internazionale del Giornalismo: i dati estrapolati vengono inseriti in fogli elettronici e contengono tutte le informazioni sui tweet e le coordinate associate a ciascuno di essi.
Martina Parisi